L’estate è arrivata, e anche se l’immagine di spiaggia e ombrellone scatta in automatico nella nostra mente, non c’è solo il mare. Molti preferiscono l’aria pura dei monti, il verde intenso dei boschi che si arrampicano sulle pendici, lo scampanellio delle mucche al pascolo in un’oasi di pace e tranquillità. Proprio per chi cerca qualcosa di diverso, abbiamo pensato a 10 incantevoli laghi di montagna per una estate italiana in quota. Dal Trentino all’Abruzzo, sono validi punti di partenza per altre escursioni. Vere e proprie gemme incastonate in un paesaggio da cartolina, ognuna con la sua storia e le sue leggende senza tempo.

Lago di Carezza
Quando si parla di laghi di montagna incantevoli, è quasi doveroso partire dal Trentino Alto Adige. Iniziamo con questa icona, area protetta della Val d’Ega. È proprio qui che il lago di Carezza ha trovato la sua conca, a 1.500 metri di quota ai bordi di un fitto bosco. Una piccola perla alpina nel comune di Nova Levante, in provincia di Bolzano, dall’acqua verde e limpida. A fargli da scenografia ci sono le Dolomiti, il Latemar e il Catinaccio. Un lago da favola di nome e di fatto. Secondo una leggenda, ci abitava una bellissima ninfa. Quando rifiutò la corte di uno stregone, lui strappò dal cielo l’arcobaleno che aveva creato per lei, gettando in acqua le pietre preziose di cui era fatto. Da qui il nome ladino “Lec de ergobando”, il Lago dell’Arcobaleno.
Per chi ama camminare, oltre al sentiero che circonda il lago ci sono vari itinerari, come il Labirinto del Latemar, che si snoda fra i massi di un’antica frana.

Lago di Braies
Nella Valle di Braies nelle Tre Cime, c’è il lago più grande delle Dolomiti a quasi 1.500 metri. Si trova nel Parco Naturale Fanes Senes Braies, 25.500 ettari di foreste, pareti rocciose, altopiani carsici e pascoli. Dal 2009 fa parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco e di Natura 2000, organismo Ue dedicato alla conservazione della biodiversità.
In estate questo lago altoatesino, brillante nel suo verde smeraldo, è solcato dalle classiche barche a remi, e dai coraggiosi che si azzardano a nuotare nell’acqua gelida. Il lago è anche un valido punto di partenza per escursioni. Non a caso la zona è molto amata dagli appassionati del nordic walking, oltre che dai free climber.
Anche per il lago di Braies non manca una leggenda. Un gruppo di selvaggi si recò sulle montagne della valle in cerca di oro e pietre. Per proteggere i loro tesori dagli avidi pastori, aprirono delle fontane sotterranee e li gettarono nel lago.
Lago di Resia
Col solitario campanile che emerge dalle acque in modo quasi surreale, il lago di Resia è diventato il simbolo della Val Venosta. L’iconico scorcio altoatesino infatti è il risultato dell’unione di due bacini naturali del Passo Resia, per creare una grande diga. Il campanile è quello che rimane non solo della chiesa romanica datata XIV secolo (e del vecchio comune di Curon Venosta, ricostruito più a monte), ma di oltre 160 edifici e 500 ettari di terreno sommersi dalle acque.
Ma a parte la storia poco felice, questo lago di fronte alle montagne della Vallelunga è al centro di una delle zone più suggestive delle Alpi Orientali. In particolare, è ideale per chi ama stare lontano dalla ressa in mezzo alla natura. Ed è un lago molto amato per le vacanze attive. Le sue acque sono spesso puntellate da canoe a kayak, mentre grazie al vento costante è la meta ideale per praticare vela e kitesurf.

Lago di Tovel
Passiamo ora a uno dei gioielli trentini del Parco Naturale Adamello Brenta, molto ricco dal punto di vista botanico e faunistico. Situato nel punto più settentrionale delle Dolomiti di Brenta, è circondato dal massiccio della Campa e dall’anfiteatro roccioso che collega il Passo del Grostè al Passo della Gaiarda. Ancora oggi, nonostante non accada più, il lago di Tovel è famoso per l’arrossamento delle sue acque. Fino alla metà degli anni ’60, in estate, una particolare alga affiorava in superficie colorando tutto di rosso. Secondo una tragica leggenda locale, sarebbe il sangue della regina Tresenga e del suo popolo, che non volevano sottomettersi al re di Tuenno. La scomparsa dello strano fenomeno è probabilmente legata alle mucche, meno presenti di un tempo in alpeggio. Oggi le sfumature dell’acqua vanno dal blu al verde smeraldo. Per fare il giro del lago, fra l’altro il più grande del Trentino, occorre circa un’ora e mezza, ma molti sono i percorsi nei dintorni.
Lago Palù
Coi suoi 110 laghi alpini, 220 torrenti, 2 grandi fiumi e quasi 2.000 chilometri di corsi d’acqua, la Valtellina, in provincia di Sondrio, è il secondo bacino idrografico d’Italia. A rappresentarla in quest’articolo c’è il lago Palù in Valmalenco. Adagiato a quasi 2.000 metri di quota su un altipiano e circondato da pinete, si trova a sud del monte Sasso Nero. Una tappa a questo laghetto alpino è imperdibile anche in estate. Il fresco del bosco e le gelide acque ritemprano dagli assolati prati dell’alpe. Per raggiungere il lago ci sono gli impianti di risalita da Chiesa in Valmalenco, ma camminare salendo la mulattiera da San Giuseppe e i Barchi ha tutto un altro sapore. Arrivati sulle sponde del lago, lo si può costeggiare verso sinistra in direzione del Rifugio Palù, da cui si gode una vista spettacolare (il rifugio è la quarta delle otto tappe dell’alta via della Valmalenco, un sentiero alpino di 110 chilometri).

Lago di Scanno
La natura supera qualsiasi pittore: con il suo pennello ha creato un lago a forma di cuore. Principale attrattiva turistica della valle del Sagittario, è il lago più gettonato d’Abruzzo. Siamo a oltre 920 metri di altitudine fra i borghi di Villalago e Scanno, in provincia dell’Aquila. Precisamente, ai piedi dei fitti boschi della Montagna Grande sul confine del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Da est incombono i pendii rocciosi della Riserva del Monte Genzana, che con una frana sbarrò la valle creando così il lago. Il colore verde dell’acqua è dovuto alla presenza di alghe e micro alghe, e al riflesso della rigogliosa vegetazione tutto intorno.
A richiamare i turisti ci pensano la bellezza selvaggia dei luoghi e il clima piacevole. In estate infatti non mancano bagnanti, pedalò, tavole da surf e canoe. A seconda delle stagioni, gli amanti del birdwatching possono scorgere germani reali, aironi, svassi e gallinelle d’acqua.

Laghi di Fusine
Andiamo in Friuli Venezia Giulia, dove troviamo due laghi di origine glaciale, Superiore e Inferiore, collegati tra loro da facili sentieri. La conca in cui sono adagiati è uno dei paesaggi montani più affascinanti dell’intera regione. Siamo nel comune di Tarvisio, in provincia di Udine, a circa 900 metri di quota. Le pareti del monte Mangart e delle Ponze si riflettono nelle acque dei due laghi. Spettacolari sono le forme del paesaggio create dall’azione dell’antico ghiacciaio che riempiva la valle. Camminando lungo i sentieri circondati dal bosco, è possibile fare il giro dei due laghi. Da qui poi partono varie escursioni di diversa lunghezza, ad esempio si può raggiungere il Rifugio Luigi Zacchi. Nei depositi di origine glaciale tra i laghi ci sono enormi massi erratici, tra i più grandi dell’intero arco alpino.
Vicino al lago Inferiore spiccano altri due minuscoli specchi d’acqua, nascosti nella foresta.

Lago Blu
Detto anche lago Layet, questa perla valdostana in cui si specchia il Cervino deve il nome al color turchese dell’acqua, dovuto a un minerale presente sul fondale. Ma molti altri sono i colori che lo abbelliscono: il verde intenso della conca, il rosa dell’erica che ricopre le pendici, il vermiglio dei rododendri. Il lago Blu, a quasi 2.000 metri di altitudine, è raggiungibile in circa mezz’ora a piedi o in macchina dal centro di Breuil Cervinia, sulla strada regionale che sale da Valtournenche.
Sul fondale si scorgono alcuni tronchi simili alle travi di un tetto. Ed ecco qui una vecchia leggenda: dove ora c’è il lago sorgeva una casa, abitata da una famiglia di pastori avari e cattivi. Un giorno un pellegrino bussò chiedendo un po’ di cibo. Deriso e cacciato in malo modo, se ne andò mormorando parole misteriose… Poco distante, in un pascolo affacciato sulla valle, ci sono i laghetti Layet, tre pozze di acqua sorgiva.
Lago di Alleghe
Nel 1771, dal monte Spiz si staccò una frana che sbarrò il flusso del torrente Cordevole. I pochi giorni la valle e interi villaggi furono sommersi, e l’acqua raggiunse un’altezza di 35 metri. È così che nacque il piccolo lago di Alleghe, a quasi 1.000 metri di quota, fra le mete più visitate dell’Agordino, in provincia di Belluno. A fare da cornice ci pensano alcune delle cime più belle delle Dolomiti come Civetta, Marmolada, Pale di San Lucano.
Questo lago veneto permette sia di rilassarsi in una spiaggia attrezzata, sia di avventurarsi in acqua in canoa, kajak, barca a remi, pedalò, vela e windsurf. E non può mancare la classica passeggiata intorno al lago, mentre in un’ora a piedi da Masarè si raggiunge la cascata del Ru de Rialt.
Ancora oggi, una leggenda narra che quando le acque del lago sono particolarmente limpide, si vede la punta di un campanile sommerso e si odono i rintocchi.

Lago di Misurina
La provincia di Belluno riserva un’altra sorpresa. La frazione di Misurina, detta la “Perla delle Dolomiti”, è la più alta del comune di Auronzo di Cadore. Famosa per il microclima e l’aria pura e balsamica, vanta uno dei laghi più famosi del Veneto. A circa 1.750 metri di altezza, il lago di Misurina è il bacino d’acqua naturale più grande del Cadore. Le foto che lo ritraggono sono da cartolina, con le sue acque che riflettono le guglie dei Cadini, le Tre Cime, il Monte Cristallo e il Massiccio del Sorapis. Oltre ai numerosi sentieri escursionistici, nelle vicinanze c’è il lago d’Antorno, un piccolo specchio d’acqua popolato da rare specie floro-faunistiche.
Secondo una delle varie leggende, furono le lacrime di Misurina, figlia del re Sorapis, a creare il lago. Pur di ottenere uno specchio magico, fece trasformare il padre in una montagna, e quando diventò roccia, pianse senza pace per lungo tempo.