La natura della Sicilia è un’esplosione mediterranea di bellezza, soprattutto quando si parla di un mare che ci invidia tutto il mondo. Nell’imbarazzo della scelta fra le spiagge da cartolina, vi proponiamo le sette aree marine protette della regione. In ogni angolo dell’isola ci sono paradisi in cui flora e fauna sono tutelati per salvaguardare il delicato equilibrio ambientale. E come sempre in Sicilia, crocevia millenario di civiltà e culture diverse, natura e storia si uniscono, con fondali dalle incredibili ricchezze archeologiche risalenti addirittura al Paleolitico. Un sogno per i sub e per chi vuole godersi semplicemente un’acqua cristallina.

Le Isole Egadi
Proprio in Sicilia, di fronte a Trapani, c’è l’Area Marina Protetta (AMP) più grande d’Europa, quella delle Isole Egadi. Con i suoi 54.000 ettari, comprende le isole di Favignana, Levanzo e Marittimo, e gli isolotti di Formica e Maraone.
Qui la prateria di Posidonia oceanica di 12.500 ettari è la più estesa e meglio conservata del Mediterraneo. Parliamo di un polmone essenziale per l’equilibrio dell’ecosistema marino. Oltre a produrre ossigeno e assorbire CO2, mitiga l’erosione costiera, ed è habitat prezioso per la riproduzione di numerose specie. In queste acque nuotano le tartarughe Caretta caretta e la rarissima foca monaca.
L’AMP poi conta ben 77 siti di immersioni subacquee, con grotte e siti archeologici. Nel mare delle Egadi infatti è stata combattuta una celebre battaglia navale fra Romani e Cartaginesi.

L’isola più grande dell’arcipelago è Favignana, piuttosto pianeggiante e perfetta da esplorare in bici. Sulla costa si può scegliere tra anfratti, calette e grotte. Da non perdere Cala Rossa, difficile da raggiungere e per questo particolarmente selvaggia, Cala Azzurra con la sua spiaggia di sabbia fine, Lido Burrone adatto alle famiglie con bambini, e le acque profonde di Scalo Cavallo per fare snorkeling.
Levanzo è invece l’isola più piccola delle Egadi. Oltre alle suggestive Cala Fredda e Cala Tramontana, a una trentina di metri di profondità un itinerario archeologico fra Cala Minnola e Punta Altarella custodisce i resti di un relitto di nave romana, anfore e vasellame del I secolo a.C.

Col suo minuscolo villaggio di pescatori, Marettimo è la più alta e rocciosa dell’arcipelago. I Greci la chiamavano “Hiera”, l’Isola Sacra che, secondo alcuni, è l’antica Itaca patria di Ulisse. Agli amanti delle immersioni offre una ricca varietà di fondali e centinaia di grotte lungo la costa frastagliata. Nemmeno gli appassionati di trekking restano delusi, con sentieri che toccano un castello di epoca normanna, resti di edifici romani, una chiesa bizantina e suggestivi punti panoramici.
Le Isole Pelagie
Andiamo letteralmente in mezzo al Mediterraneo dove emergono sperdute le Isole Pelagie. Non a caso il nome dell’arcipelago viene dal greco “Pelagiès”, o “isole d’alto mare”. Siciliane sulla mappa, appartengono geologicamente a due continenti diversi: Lampedusa e Lampione all’Africa, Linosa all’Europa.

Pensate che Lampedusa è il comune abitato più a sud d’Europa. Una scheggia di terra emersa dal Continente Nero, più vicina alle coste tunisine che a quelle italiane. Un’isola aspra e autentica con splendide spiagge da scoprire, come tradizione vuole, alla guida di una Mehari. Tra le più belle consigliamo: Cala Galera, un’insenatura raggiungibile percorrendo un sentiero di 800 metri attraverso la pineta; Cala Francese, lido ideale per le famiglie; Cala Greca, un piccolo paradiso protetto da ripide scogliere; Cala Creta, una baia di spianate di roccia incorniciata da rupi selvagge.

Ma il vero gioiello di Lampedusa è la Spiaggia dei conigli, che prende il nome dalla minuscola Isola dei conigli, che si trova a pochissima distanza. Questa spiaggia è di una bellezza mozzafiato, col mare che tocca tutte le sfumature dall’azzurro al blu intenso, messo in risalto dalla sabbia bianchissima. È uno dei pochi siti italiani in cui le tartarughe Caretta caretta depongono regolarmente le uova. Di questo bisogna ringraziare Legambiente Sicilia, Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata “Isola di Lampedusa”. L’associazione infatti ha salvato la spiaggia dal degrado, invasa com’era da bagnanti, mezzi e imbarcazioni. Ora la fruizione possibile solo fino alle 19:30 consente alle tartarughe la quiete notturna necessaria per nidificare tra giugno e agosto. (Per prenotare la visita alla spiaggia visitare il sito erremmeweb.com: https://www.erremmeweb.com/prenota_visita_Spiaggia_dei_Conigli/).
Ecco infine l’isola di Linosa, sorella minore di Lampedusa. È una piccola perla nera di nemmeno 5,5 chilometri quadrati di origine vulcanica. Numerosi sono i siti di immersione, tra cui la Secchitella che raggiunge ben 70 metri di profondità.
L’Isola di Ustica
A decine di chilometri dalla costa palermitana c’è invece l’Isola di Ustica, o di Circe come viene ritenuta da molti. È stata la prima AMP istituita in Italia, insieme a quella di Miramare nel Golfo di Trieste nel 1986. In soli 9 chilometri quadrati, l’isola racchiude di tutto e di più.

Per godere appieno del mare fra le varie calette, consigliamo Cala Sidoti a chi preferisce fondali bassi, mentre Piscina Naturale è uno specchio d’acqua incorniciato dalla scogliera. Punticedda è invece una tranquilla spiaggia di ciottoli. Nella parte nord di Ustica, da non perdere le piccole insenature della spiaggia di Curruggio vicino ai faraglioni.
Ovunque si vada, l’isola è un paradiso per le immersioni, con meraviglie di flora e fauna come barracuda, cernie, saraghi e ricciole. Fra i punti più suggestivi spiccano Punta Galera con la Grotta dei Gamberi, e Secca della Colombara con la sua parete verticale di basalto che precipita a 30 metri di profondità.
Per godere appieno della bellezza dell’isola bisogna fare un giro in barca fra le grotte: la Grotta Azzurra e la Grotta Verde, la Grotta Pastizza con le sue antiche stalattiti, la Grotta delle Barche, rifugio per i pescatori durante la burrasca, e la Grotta dell’Oro dalle pareti scintillanti. Anche qui non mancano reperti archeologici sommersi dovuti ai naufragi di Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, pirati saraceni e barbari.
Infine, per gli amanti del trekking c’è la Riserva Orientata Isola di Ustica, per andare alla scoperta delle specie autoctone e di panorami mozzafiato.
Capo Gallo-Isola delle Femmine
Chi visita Palermo può fare un tuffo nell’AMP Capo Gallo-Isola delle Femmine. Parliamo di circa 2 chilometri quadrati fra i comuni di Palermo e di Isola delle Femmine. Dalla gettonata frazione di Mondello fino al litorale di Capaci, include ben 16 chilometri di costa. A dare il nome all’AMP è il promontorio Capo Gallo, prolungamento in mare dell’omonimo monte.

Gli amanti del mare saranno tutti soddisfatti. Nelle aree di Capo Gallo e Capo Rama predominano le falesie a picco sul mare e numerose grotte, tra le quali la Grotta dell’Olio, cavità semisommersa che si apre a pelo d’acqua. Il fondale custodisce il relitto di una nave cartaginese col suo carico di anfore. Nascosti fra massi coperti di Posidonia, ci sono anche tunnel di roccia colorata da alghe rosse e spugne.
La località Isola delle Femmine invece è perfetta per chi preferisce la costa bassa, con cale sabbiose e scogliere ricche di insenature. L’omonimo isolotto di soli 14 chilometri quadrati dista dalla costa poco più di 800 metri. Sulla cima della collina, l’antica torre scruta l’orizzonte dal XVI secolo.

Capo Milazzo
Restiamo nel nord della Sicilia dove c’è la penisola di Capo Milazzo, in provincia di Messina. Allungata sul Tirreno, guarda verso le Eolie. L’AMP ha peculiarità naturalistiche uniche per chi pratica immersione, con meraviglie naturali lungo la costa frastagliata, e un mare pieno di vita. Una sorta di foresta subacquea fatta di grandi Gorgonie (bianca, gialla e ventagli rossi), di Posidonia oceanica, corallo nero ed esemplari di stella gorgone. Anche a livello geologico ha molto da offrire, grazie alle grotte e ai ricchi giacimenti di fossili.
Plemmirio
Puntiamo ora la bussola verso sud. Vicino all’isola di Ortigia, centro storico di Siracusa, c’è l’AMP di Plemmirio, che prende il nome dall’omonimo promontorio cantato da Virgilio. L’area lambisce località come Capo Murro di Porco, Punta Mola, Rive Bianche, Fanusa e le latomie greche (antiche cave estrattive).

Nei 2.500 ettari di acqua si passa dal verde smeraldo al turchese, in un perimetro di circa 15 chilometri di costa. E alla bellezza di flora e fauna si unisce ancora una vola la ricchezza archeologica. Siracusa, patrimonio Unesco, è stata infatti un vero e proprio crocevia del Mediterraneo fin dalla preistoria. Sui fondali sono stati ritrovati fasciami, relitti, anfore e altri reperti oggi conservati nel Museo Paolo Orsi. Fra i ruvidi scogli non mancano piccole insenature di sabbia, e immergendosi si scoprono ricci, cozze e pesciolini colorati chiamati “riule” in dialetto locale.
Le Isole Ciclopi
Ma uno dei paradisi siciliani più selvaggi è di fronte alla costa catanese: l’AMP Isole Ciclopi, piccole perle disabitate e dagli incredibili fondali. Sono la meta ideale per i sub, grazie anche alle correnti marine che mantengono le acque trasparenti.

È possibile scegliere fra otto itinerari subacquei. Fra i più suggestivi, quello nella zona compresa fra l’AMP e la riserva naturale della Timpa, sotto il faro che domina il paese di Capo Molini. Proprio nei fondali di questa località è possibile tuffarsi letteralmente nella storia grazie a reperti di ogni genere, antichi anche 2.000 anni. Il Percorso delle Ancore è l’itinerario archeologico ufficiale dell’AMP, con otto ancore risalenti a vari periodi storici. Infine, a circa 150 metri dalla spiaggetta di Acitrezza, da un fondale sabbioso spuntano i cosiddetti “panettoni”, grosse formazioni tondeggianti di basalto. Qui si può nuotare in compagnia di murene che vivono nelle spaccature della roccia, e avvistare le lunghe antenne delle aragoste nascoste in piccoli anfratti.