Ci sono città snobbate, non si sa bene per quale motivo, mentre invece avrebbero tantissimo da offrire e saprebbero come rendere felici i visitatori. Valencia, in Spagna, è l’esempio perfetto.
Surclassata dalle turisticissime Madrid e Barcellona, è invece una meta ricca di storia e cultura. In più, la sua posizione centrale sulla costa del Mediterraneo le assicura 300 giorni di sole l’anno, e una temperatura media di quasi 18ºC.

Di cose da vedere ce ne sono molte, del resto è la terza città spagnola per grandezza. Ed è architettonicamente molto variegata. Scopriamola insieme proprio esplorando le svariate “Valencie” che formano la città, dalla più tradizionale a quella futuristica. Perché Valencia ha saputo osare: non si è adagiata sulle ricchezze di un passato millenario, ma sta al passo col XXI secolo


Valencia avanguardista
Iniziamo con quello che negli ultimi anni è diventato un po’ il simbolo della Valencia di oggi, la Ciudad de las Artes y las Ciencias. È stata progettata da Santiago Calatrava, che gioca in casa visto che è valenciano. Parliamo di un imponente centro di svago e cultura, formato da una serie di edifici che nel loro insieme fanno fare un tuffo nel futuro. Il più spettacolare è il Palau de les Arts, l’opera house con la sua scintillante forma ovale. Qui vanno in scena opere teatrali, concerti e spettacoli. L’Hemisfèric è al tempo stesso un cinema IMAX di ultima generazione, un planetario e il palcoscenico di spettacoli laser. Il Museo de las Ciencias ospita percorsi ed esposizioni scientifiche interattive, dove si possono sperimentare attività tattili e altre curiose esperienze.
L’Oceanogràfic è un parco che riunisce tutti gli ecosistemi del pianeta, con specie animali e vegetali. E infine, CaixaForum Valencia, uno spazio versatile che ospita eventi di ogni genere. A questi edifici si unisce l’Umbracle, un giardino pubblico di oltre 17.000 metri quadri, l’unico a ingresso libero di tutto il complesso.

Sempre in tema di avanguardia, da tenere presente sono: il Palacio de Congresos di Norman Foster, l’edificio Veles e Vents di David Chipperfield, il MuVIM (il Museo Valenciano dell’Illustrazione e della Modernità), la Feria Valencia, il Palau de la Música e l’IVAM (Istituto Valenzano d’Arte Moderna).

Valencia antica
Le tracce lasciate dalle dominazioni romane, visigote e musulmane in 2.000 anni hanno delineato il ricco patrimonio culturale valenciano. Ciutat Vella, la Città Vecchia, è uno dei centri storici più grandi d’Europa. Le attrazioni sono tante, e per darvi una mano vi consigliamo quelle imperdibili. Iniziamo da Plaza de la Virgen, che con la Fontana Rio Turia è il simbolo della Valencia antica. Qui infatti si trova la Cattedrale, al cui interno è conservato quello che i locali considerano il Santo Graal.

La Lonja de la seda è uno degli edifici più caratteristici della città, splendido esempio del gotico civile. È stata costruita alla fine del 1400 per il commercio della seta e altri prodotti. Spettacolari sono la Sala delle contrattazioni con le sue volte a crociera e colonne alte 17 metri, e la Sala dorata col soffitto in legno intarsiato.


La Lonja insieme al Tribunal de las Aguas (da secoli incaricato di risolvere i conflitti legati all’irrigazione, e che si riunisce ogni giovedì alle 12 di fronte alla Cattedrale) sono patrimonio Unesco. Così come “las Fallas“, la festa più importante di Valencia che si tiene a marzo. Il nome si riferisce alle spettacolari sculture di legno e cartapesta, circa 800, dislocate per la città prima di essere bruciate in un clima di ironia, satira e creatività. L’origine de “las Fallas” risale alla tradizione di accendere un falò con i mobili vecchi per celebrare l’arrivo della primavera, che coincide con la ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei falegnami. La festa inizia l’ultima domenica di febbraio, mentre dal 1 marzo ogni giorno alle 14 c’è la “Mascletà”, uno spettacolo pirotecnico nella piazza del Comune. Ma i giorni da non perdere sono dal 15 al 19 marzo fra concerti, sfilate di bande musicali e il falò finale.
Molto suggestivi sono i Baños del Almirante, costruiti nel 1300 come un autentico hammam islamico, per poi subire varie trasformazioni. Altra tappa da segnare, la Chiesa di San Nicola di Bari e San Pietro martire, che coi suoi affreschi è definita dai valenciani come la loro Cappella Sistina.

Una chicca imperdibile è il Barrio del Carmen, quartiere nell’angolo nord-ovest della Ciutat Vella. Ha esempi di architettura medievale e un ricco patrimonio artistico, come le torri di Serranos e di Quart. Oggi è molto amato per i ristoranti e i locali. Per raggiungere il barrio, da Plaza de la Virgen prendete Calle Caballeros, la via più antica di Valencia.
Valencia modernista
Valencia vanta alcune perle moderniste di grande bellezza. Iniziamo dal centro storico col Mercado Central, un’oasi gastronomica di prodotti freschi del Mediterraneo. Con una superficie di 8.000 metri quadrati, è ricco di decorazioni che rimandano ai prodotti del frutteto e dei giardini di Valencia. La struttura è costituita da colonne in ferro, piastrelle e vetrate. Centinaia di bancarelle vendono frutta e verdura fresca, formaggi, carne e pesce.


Una delle opere più rappresentative del modernismo valenciano è il Mercado de Colon. È stato progettato agli inizi del ‘900 in una delle zone più esclusive di Valencia, l’Ensanche, per venire incontro alle necessità della borghesia dell’epoca. È un edificio di 3.500 metri quadri diviso in tre navate, che terminano con due portoni a forma di arco di trionfo. Grazie all’altezza del tetto e ai numerosi accessi, è uno spazio aperto e luminoso. Una cancellata in ferro battuto circonda tutta la struttura. Oggi non è più un mercato, ma ospita chioschi di fiori, café e ristoranti.
Altra perla modernista, la Estacion del Norte. Inaugurata nel 1917, si può attribuire alla corrente “Sezesión Vienesa”. Il suo aspetto omogeneo rende omaggio all’industria valenciana e, in particolar modo, all’arancia. Osservate nei dettagli la biglietteria in legno, le pareti, i pavimenti, i lavori in ferro battuto e la sala con dipinti in ceramica. E visitatela col naso all’insù: i soffitti sono decorati da spettacolari mosaici.
Valencia tradizionale
Passiamo ora a una Valencia completamente diversa. È quella del Cabanyal-Canyamelar, un tempo villaggio di pescatori dove si abbandona la vivace atmosfera cittadina per una più lenta e rilassata. Questo quartiere marinaro a un passo dalla spiaggia fino a fine 1800 era un comune indipendente, col nome di Pueblo Nuevo del Mar.


E anche il Cabanyal a livello architettonico è un vero e proprio tesoro. Qui infatti si trovano le pittoresche casette dei pescatori con le facciate rivestite di “azulejos”, le piastrelle di ceramica smaltate e decorate tipiche del Portogallo e della Spagna. Girate per la sua rete di strade parallele, che ricorda la disposizione originale delle capanne dei pescatori. Particolarmente belle sono Calle de la Barraca, Benillure, del Progrés e i vicoli che le attraversano.
Un tempo malfamato, il Cabanyal è stato rivalutato dalle nuove generazioni con proposte culturali, grazie a gruppi artistici e compagnie teatrali. Ad esempio è stato riaperto il Teatre El Musical (TEM) e il Festival Cabanyal Íntim, appuntamento primaverile con opere in piccolo formato rappresentate nelle case di interesse storico.

Inoltre, questa zona è ideale per assaporare la gastronomia locale. Lo sapete che la paella è nata proprio nella Comunità Valenciana? Da non perdere anche il Mercado Cabanyal, 3.500 metri quadri con oltre 150 bancarelle. Un tripudio di calamari, dentici, scorfani e molti altri pesci. Ma non mancano nemmeno frutta e verdura, vendute direttamente dai contadini.
Valencia green
Valencia non è solo architettura, ma anche spazi verdi. Molto amati sono i Jardines del Turia, uno dei parchi naturali urbani più grandi della Spagna. La loro forma serpeggiante è presto spiegata: sono stati realizzati sul letto del fiume Turia, deviato negli anni ’50 per evitare le continue inondazioni. Oggi è un percorso di 9 chilometri che attraversa la città fino alla Ciudad de las Artes y las Ciencias. Si viene qui per passeggiare, leggere un libro, fare sport o andare in bici (Valencia vanta quasi 160 chilometri di piste ciclabili).

Segnatevi anche il Parque Central, fra i quartieri di Ruzafa e Malilla, e i Jardines del Real, di origine araba, che da quelli del Turia arrivano fino al quartiere alternativo di Benimaclet.

A soli 10 chilometri da Valencia c’è un altro polmone verde molto amato, il Parco Naturale dell’Albufera. Un ecosistema mediterraneo di 21.000 ettari con spiagge di dune selvagge, pinete e risaie. A dargli il nome è un grande lago di acqua dolce. Potete fare una gita in barca, una passeggiata a piedi o in bicicletta attraverso i sei itinerari segnalati. Il parco infatti è raggiungibile tramite una pista ciclabile parallela alla strada V-15.

Molto cara ai valenciani e non solo è la Huerta, uno spazio verde con campi coltivati, orti, aranceti, vigneti e olivi. Una dispensa naturale che rifornisce non solo Valencia, ma esporta frutta e verdura in tutta la Spagna e all’estero. Il territorio si estende per circa 120 chilometri quadrati, dal comune di Puzol a nord fino all’Albufera a sud. Si può arrivare in bicicletta, ma anche percorrere per alcuni tratti l’Anello Verde, un corridoio ciclopedonale di 26 chilometri intorno a Valencia, che collega la Huerta al Mediterraneo. O ancora la Via Xurra, 15 chilometri tra Valencia e Puzol.

Valencia litoranea
Ultimo step, ma non certo per importanza, è la Valencia per gli amanti del mare. La città conta 20 chilometri di costa, in cui si può scegliere fra spiagge vicine al centro con tutti i servizi, e quelle selvagge del Parco Naturale dell’Albufera.
Le spiagge urbane sono quelle de las arenas e Malvarrosa (la più famosa, con tanto di barriera corallina) collegate da una bella passeggiata, e la spiaggia di Patacona. Sono sabbiose, ampie e si estendono in tutto per 3,5 chilometri. Potete raggiungerle anche tramite pista ciclabile. E tanto che ci siete, fate prima un salto alla vicina Marina de Valencia.
I valenciani però preferiscono le spiagge più lontane e meno affollate, vicino ai polmoni verdi. La spiaggia di El Saler è un lungo braccio di sabbia bianca in mezzo alle dune, in parte frequentata anche dai nudisti. A fare da cornice, le lussureggianti pinete. La Devesa invece è perfetta per chi cerca la spiaggia selvaggia, circondata da una fitta vegetazione. È nella zona protetta del Parco Naturale dell’Albufera, con una grande ricchezza di paesaggi e una sorprendente fauna autoctona e stagionale. Infine, sempre nel parco c’è la spiaggia La Garrofera, che fra dune e pinete si estende per 2,5 chilometri di sabbia fine e dorata. La vegetazione è tipica della costa mediterranea, con bassi cespugli. Al relax sulla spiaggia si può abbinare l’esplorazione delle zone paludose. Tutte e tre le spiagge sono Bandiera Blu.