Imago Mundi: divulgatori esploratori – Hans Hass

Prima di Jacques Cousteau c’è Hans Hass. Il comandante francese diventerà più famoso e più influente ma fu Hans Hass il primo a girare un film subacqueo, il primo a progettare un autorespiratore di moderna concezione, il primo a vincere un premio prestigioso con un film subacqueo. E a vedere una sua serie TV in televisione. Sulla BBC, per esempio. Hans Hass fu probabilmente l’ideatore della prima macchina da presa subacquea. La maggior parte del pubblico italiano non sa nulla di lui.

Hans Hass |© sporttaucher.net
Incontri fatali

È il 1938 e il diciottenne Hans Hass, studente di legge e figlio di un famoso avvocato viennese, incontra Guy Gilpatric, uno scrittore, aviatore e apneista americano e detentore di record tra cielo e mare. Lo incontra durante le vacanze in Costa Azzurra. Guy lo introduce al mondo sottomarino e la vita del giovane Hans prende un nuovo corso. Lascerà gli studi di legge a Vienna per passare alla facoltà di zoologia a Berlino dove nel 1941 fonderà assieme ad altri colleghi una società di ricerca no-profit: la Expedition für biologische Meereskunde (spedizione per la oceanografia biologica). Hans Hass si definirà per tutta la sua vita uno scienziato ma la sua voglia di condividere le sue esperienze farà di lui un documentarista e divulgatore scientifico. Sa che le immagini unite alla parola hanno un potere che gli articoli delle pubblicazioni specializzate possono solo sognarsi. Deve portare le immagini di quel mondo in superficie. Quelle immagini non possono essere fotografie, devono contenere la vitalità di un mondo dinamico cui è testimone.

 

Il primo film Unterwasser

È il 1939 e Hans Hass, nella sua Vienna, è ancora uno studente di legge. Dispone di una Zeiss Ikon-K16 Movikon, una cinepresa piccola e compatta ma con il DNA delle super-8 che negli anni Sessanta documenteranno viaggi e pic-nic delle famiglie nei paesi sviluppati. È la macchina ideale per filmare la vita marina senza treppiede. Contatta un artigiano e si fa costruire uno scafandro in grado di sopportare la pressione alla profondità di almeno 18 metri. Il prototipo funziona e Hass vuole usarlo. Con un paio di amici, uno di loro diventerà il fondatore dei Kampfschwimmer (gli incursori della marina tedesca) e l’altro un famoso chirurgo nella diagnosi delle fratture al polso, organizzerà un viaggio alle Antille Olandesi. Tra Curaçao e Bonaire Hans ed i suoi amici esplorano le barriere coralline dei Caraibi armati di macchine fotografiche e fiocine. Nelle pellicole restano impresse le scene più importanti di Underwater Stalking, il primo film naturalistico subacqueo della storia. Il ritorno a casa è difficile, in Europa è scoppiata la guerra. L’Atlantico è teatro di battaglie e i tre amici affrontano il viaggio di ritorno in senso opposto. Attraversano Stati Uniti, Giappone (Pearl Harbour non è ancora stata bombardata), Cina e Unione Sovietica. Tornato a Vienna Hans Hass gira le scene che mancano in una piscina di Vienna e poi in acquario appositamente costruito negli studi di Babelsberg. Più tardi integrerà un girato nelle acque di Dubrovnik. Helli Servi, attrice austriaca, fa da guida al mondo sottomarino e il film è pronto. Inizia in una piscina viennese dove lui e gli altri amici spiegano a due ragazze come usare le maschere, le pinne e le macchine fotografiche subacquee. Le ragazze sono scettiche, non credono che le macchine possano funzionare sott’acqua. Si scherza molto. Nella scena successiva esplode la vita marina di Curaçao. Hans Hass, in apnea, insegue banchi di pesci, riprende poi pesci pappagallo, trombetta, barracuda, cernie e tartarughe. Coralli. Gli amici che cacciano con le fiocine. Uno squalo martello in lontananza. La pellicola, di 16 minuti, viene proiettata nel 1942 a Berlino come filmato d’apertura alle prime importanti, spesso al posto dei cinegiornali.

Seeteufel | © Alamy
La Grecia, la laurea e la guerra

Hans Hass, intanto, ha comprato una barca a vela, il Seeteufel (Rana Pescatrice) a Stettino, ma la guerra che infuria in Europa gli impedisce di trasferirla in Grecia, dove vuole continuare le sue ricerche scientifiche, le sue riprese subacquee. Affitta un’altra barca al Pireo per esplorare i fondali di Creta e Santorini, dove Alfons Hochhauser, un avventuriero austriaco sospettato di essere una spia del Reich gli chiede di testare un nuovo dispositivo per la respirazione subacquea che permette all’essere umano di muoversi liberamente sott’acqua. Si tratta di una ARA, Auto Respiratore Ossigeno. Hans Hass scopre sulla sua pelle che l’ossigeno puro inalato sott’acqua oltre una certa profondità può essere pericoloso. Hass sopravvive alla tossicità dell’ossigeno che inizia con disturbi visivi e finisce con uno stato di incoscienza per esplodere in convulsioni letali. Mentre testa le nuove attrezzature raccoglie materiale per Menschen unter Haien, Uomini tra gli squali, un film che mostra il lavoro dei biologi marini che indagano il plancton e le possibilità di estrarre cibo dal mare ma è lo squalo, schivo predatore d’apice, il vero protagonista. A Skiatos filma gli effetti devastanti della pesca con la dinamite. Quel tipo scellerato di pesca attira squali, razze e tonni. Hass li filma a distanza ravvicinata. Il girato, nel complesso, mostra un mondo inedito e controintuitivo: i subacquei possono muoversi liberamente tra gli squali. Possono addirittura metterli in fuga urlando o nuotando contro di loro. Finite le riprese si trasferisce a Napoli presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn una delle istituzioni ancora oggi più accreditate nel mondo scientifico. Si occupa di briozoi, sui quali discuterà la sua tesi di laurea nel 1944 all’Università Federico Guglielmo, ora Humboldt-Universitätdi, a Berlino. Non servirà mai il III Reich come soldato. Gli viene diagnosticata una malattia circolatoria al piede sinistro e la UAF, la più potente società cinematografica tedesca, vicina alla Wermacht, interviene con una lettera per dispensarlo dalla leva in quanto ‘persona utile nella sua mansione artistica’. A fine guerra, nel 1945, si trova ancora vivo. Con l’attrice Hannelore Schroth come moglie ma senza le barca a vela che gli è stata confiscata dai sovietici a Königsberg, l’odierna Kaliningrad. Nella sua autobiografia ne prende atto con un commento molto semplice e distaccato: quella barca serviva alla scienza. Hans Hass, senza polemiche, si trova davanti a un bivio: rammaricarsi o cambiare aria? Mentre ci pensa si dedica allo studio dell’antropologia e della biologia evolutiva.

© Hans Hass Archive HIST | BBC Natural History Unit
Il Mar Rosso

È il 1950 e Hans Hass se ne va in Sudan. Menschen unter Haien, girato nel 1942, grazie alla società cinematografica culturale svizzera IRIS-Film che ne ha acquistato i diritti di distribuzione è diventato un successo. Uscito nelle sale a Zurigo nel 1947 ha raggiunto le sale tedesche e austriache. Diventerà, quel film, non solo una pietra miliare nella cinematografia subacquea ma anche riferimento per scienziati e ricercatori che si occupano di squali, di biodiversità nelle grotte. Nel 2014, un anno dopo la morte di Hans Hass, quel film diverrà la base per un progetto di ricerca sulla pesca con la dinamite e sulle specie di squali che si trovano nelle acque greche. Ma ora Hans Hass è in Mar Rosso. Vive come un uomo del deserto ma afflitto dalla logistica come un uomo occidentale che affronta i soliti problemi con le attrezzature. Torna per consegnare le pellicole e per chiedere alla Dräger, oggi importante casa produttrice di rebreather, di costruire un autorespiratore da indossare sulla schiena. Trova scomodi gli autorespiratori ventrali. Ha già divorziato da Hannelore ed è con Lotte Hildegard Baierl, la prima modella subacquea della Storia che lo accompagna in tutte le successive spedizioni. I loro ripetuti viaggi in Mar Rosso producono reportage che rompono la barriera tra il mondo germanofono e la vasta audience anglosassone. Nel 1951 la BBC manda in onda il documentario Under The Red Sea e nel 1954 Under the Caribbean, e poi le serie Diving To Adventure (1956) e Undersea World of Adventure (1958). I lavori di Hans Hass vengono premiati a Venezia, in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Austria e in Germania prima ancora che Luis Malle e Jacques Cousteau presentassero Il mondo del silenzio. Hans Hass viene attaccato più volte dagli squali ma registra ogni evento con rigore scientifico.

 

2000 squali ed una nuova visione del mondo

Hans Hass studia il comportamento degli squali prima di chiunque altro. Lo colpisce il primo incontro ravvicinato con un grosso esemplare durante la sua prima spedizione ai caraibi. Lo squalo, dopo essersi avvicinato per curiosare, fugge. Interrogandosi sul suo comportamento Hass giunge alla conclusione che il cervello primitivo dello squalo, abituato a veder fuggire tutti gli altri animali, deve aver concluso che ‘quell’essere sconosciuto’ che era rimasto immobile al suo cospetto poteva essere più forte di lui. Afferma di averne incontrati da vicino almeno duemila e di essere stato attaccato solo cinque volte, con esiti trascurabili. È il primo a capire che un pugno sulle branchie può metterli in fuga. La sua è una constatazione che ha riscontri etologici: gli squali, quando si attaccano tra loro, mirano alle branchie, un organo respiratorio e quindi vitale. Hans Hass si ritira dalla vita da subacqueo e documentarista per dedicarsi agli studi accademici e alla protezione dell’ambiente. Nel 2003 la Historical Diving Society, istituisce il Premio Hans Hass, che gratifica pionieri e innovatori nel campo della subacquea. Nel 2004 Hans Hass pubblica la Teoria Energon, una teoria che assimila le leggi della termodinamica a quelle biologiche sull’assunto che ogni essere vivente proviene dal mare ed è quindi ad esso collegato e sinergico.

Muore il 16 giugno del 2013, esattamente dieci anni fa, all’età di 94 anni. Ci lascia 32 libri, 105 film, decine di brevetti e di intuizioni fondamentali nella tecnica e nella ripresa subacquee. Di Jacques Cousteau ha detto:

“Il mare è così vasto, c’è posto per tutti.”

 
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