Enric Sala è poco conosciuto al di fuori di quei pochi appassionati di documentari.
Da professore universitario e ricercatore si trasforma presto in divulgatore scientifico, subacqueo ed esploratore. Il suo lavoro con il National Geographic ha consentito la protezione di più di 6 milioni di chilometri quadrati di aree marine. La sua è un’avventura che si sta svolgendo nei nostri giorni, un’avventura che merita di essere raccontata.

Tutto inizia da Jacques Cousteau
Enric Sala nasce a Girona, in Catalogna nel 1968, e cresce in Costa Brava. Capisce presto cosa vuol fare della sua vita: capire ed interagire con quella presenza blu che lo affascina. Ha già un personaggio a cui ispirarsi, anzi un eroe.
“A sei anni sognavo solo di diventare un subacqueo sulla barca di Jacques Cousteau, la famosa Calypso.”
Jacques Cousteau, con i suoi film e gli innumerevoli documentari ha fatto sognare intere generazioni di subacquei, naturalisti e avventurieri. E a volte i sogni si avverano. A ventitré anni, nel 1991, Enric Sala si laurea in biologia all’Università di Barcellona e poi nel 1996 in ecologia all’Università di Aix-Marseille, in Francia. Si sposta negli Stati Uniti, a La Jolla, dove diventa docente universitario presso la Scripps Institution of Oceanography.

Lì contribuisce a fondare il Center for Marine Biodiversity and Conservation, un programma multidisciplinare innovativo il cui scopo è formare i futuri leader nella conservazione marina. Torna in Spagna nel 2006. È già da tempo ricercatore presso il CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Cientificas) l’ente spagnolo che corrisponde al CERN in Italia, ma stavolta è nominato a capo del dipartimento di Ecologia e Conservazione marina. A quella data ha già pubblicato, da solo o con altri colleghi, più di settanta tra studi e articoli scientifici, fra i quali “Global Trajectories of the Long-Term Decline of Coral Reef Ecosystems”. Una carriera accademica dunque impeccabile, quella di Enric Sala, ma non senza contraccolpi. I dati che raccoglie, ordina e aggrega sono il ritratto di un disastro imminente. In Spagna, mentre il quadro che ha davanti si fa sempre più chiaro, anzi più nero, lo raggiunge una considerazione interiore che gli imporrà la svolta decisiva.

Passare all’azione
“Studiavo l’impatto della pesca sulla vita degli oceani, mentre i luoghi che amavo tanto continuavano il loro declino: sempre meno pesci, meno coralli e più microbi. Mi ritrovavo a scrivere il necrologio della natura con precisione sempre maggiore. Insoddisfatto e frustrato, mi sentivo come un medico che dice al paziente come morirà, con dettagli strazianti. Se fossi stato quel paziente, mi sarei licenziato e avrei cercato un medico che offrisse una soluzione.”

In quei giorni Enric incappa in un articolo di Michael Fay, un National Geographic Explorer, uno che aveva percorso a piedi il bacino del fiume Congo per più di 2000 chilometri. Scopre che i suoi reportage hanno ispirato il presidente del Gabon a creare dei parchi nazionali. Si rende conto che il National Geographic non è soltanto un magazine di belle foto e grandi articoli, è una delle voci più autorevoli, diffuse ed influenti al mondo.
Vede nel National Geographic le potenzialità che sono già nelle sue corde con un’audience decisamente più vasta del progetto che aveva contribuito a lanciare con la Scripps Institution. Sa di essere uno stimato accademico e un docente universitario con delle visioni che hanno avuto già approvazioni. Enric è, in sostanza, un comunicatore e non gli è difficile ottenere un ingaggio con il magazine geografico più autorevole del pianeta. Lo accolgono e lui non perde tempo. Si dedica subito alla conservazione marina e fonda Pristine Seas, un’organizzazione che si prefigge di salvaguardare estese aree marine per permettere agli oceani e alla vita che è in loro di rigenerarsi e resistere all’aggressione umana e climatica.
Diventa presto Explorer-in-residence per il National Geographic. Produce e conduce, dal gommone e sott’acqua, una serie di reportage su Kiribati, l’arcipelago forse più affascinante del pianeta, un arcipelago ricco di biodiversità, ma gravemente minacciato dal riscaldamento globale e dall’innalzamento del livello del mare. Su questo magazine (ImperialEcoWatch) abbiamo recensito un libro che ci racconta di questa perdita imminente in fatto di territori abitati, barriere coralline, antiche tradizioni.Un testo che ci racconta della prima emigrazione climatica insulare: Kiribati cronache illustrate di una terra s-perduta. Dobbiamo a Enric Sala la notorietà di questo arcipelago-nazione, dei suoi grandi reef, una vera leggenda che prima correva di bocca in bocca solo tra i subacquei più intrepidi come una terra promessa, un vero eldorado sommerso. Kiribati per molti subacquei è un sogno di difficile realizzazione, ma per chi non può permettersi di recarsi tra quegli atolli sperduti Sala ha prodotto immagini di incredibile bellezza.
Ci ha dato il conforto di sapere che da qualche parte esiste ancora un sogno, un paradiso. Dai droni alle camera-trap subacquee Enric Sala padroneggia ogni tecnologia innovativa disponibile. I suoi filmati sono azione pura e narrazione impeccabile. Sott’acqua o in superficie tu sei con lui, sei parte del team. Se l’icona di Jacques Cousteau è un maglione bretone, un binocolo e un berretto rosso in plancia di comando, quella di Sala è quasi sempre una muta subacquea, a bordo di un gommone o sotto la superficie.

Pristine Seas
Ovvero, come ideare e far funzionare il più ambizioso progetto di conservazione marina al mondo. L’idea di Enric Sala non è semplice: si tratta di convincere i leader mondiali a compiere i giusti passi per la protezione degli ultimi luoghi selvaggi degli oceani. Il progetto, per funzionare, deve essere molto articolato, deve combinare sinergicamente esplorazione, ricerca e impatto mediatico. Ha bisogno di valenti accademici, eccelsi fotografi, ricercatori ed esploratori. Trova nel National Geographic la piattaforma elettiva per lanciare un progetto con questo tipo di ambizioni. Raccoglie intorno a sé uno staff di tutto riguardo, e nel 2008 si avvera il lancio.
Nello stesso anno il World Economic Forum lo nomina Young Global Leader, nel 2013 vince il premio Environmental Media Association Hero, nel 2016 ottiene il Russian Geographical Society Award, e poi Heinz Award per la Public Policy nel 2018. Diventa membro della prestigiosa Royal Geographical Society. Ad oggi, Pristine Seas ha contribuito a creare 26 delle più grandi riserve marine del pianeta, per un’area di oltre 6 milioni di chilometri quadrati.
“Quello che abbiamo ora, un mondo senza aree marine protette, è come uno scoperto su un conto da cui si preleva sempre e non si deposita mai. Le riserve sono come i conti di risparmio. Proteggere il 30% dei mari avrà come risultato un tornaconto economico molto maggiore del ‘business as usual.’

Immagini e pagine
Nel 2015 pubblica il libro Pristine Seas: Journeys to the Ocean’s Last Wild Places con National Geographic. E poi The Nature of Nature: Why We Need the Wild, (La natura della natura: perché abbiamo bisogno di luoghi selvaggi) è il titolo di un suo libro scritto alla vigilia della pandemia, ma trattiene la sua pubblicazione.
Il Covid-19, gli impone ulteriori riflessioni sugli spazi condivisi troppo da vicino tra vita selvatica ed essere umano, con il commercio di specie selvatiche. Secondo Sala il Covid-19, l’ultima malattia di origine zoonotica, poi sfociata in pandemia globale è la prova più lampante degli effetti dell’erosione di spazi naturali. Esce nel 2020 per National Geographic. Alla richiesta di un commento su The Nature of Nature ha detto:
“Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere è prodotto dal lavoro di altre specie: il cibo che mangiamo, l’acqua pulita che beviamo, l’ossigeno che respiriamo. Non possiamo produrli noi. Più biodiversità, più specie, più ecosistemi diversi, più questi e molti altri benefici possono essere goduti. Senza una biosfera sana, non ci sarebbe l’uomo e nessuno si preoccuperebbe dell’economia. Dobbiamo essere più umili e riconoscere e rispettare ciò che le altre creature fanno per noi, gratuitamente.”

Quella di Enric Sala è la storia di un amore straordinario verso l’ambiente. Un amore costruito per bene, con tenacia, con basi sempre più solide per il benessere dell’entità amata. È la storia di un sognatore che combatte armato di dati scientifici e immagini mozzafiato.
Video:
Link:
- https://www.science.org/doi/abs/10.1126/science.1085706
- https://www.science.org/doi/abs/10.1126/science.1132294
- https://www.nationalgeographic.org/projects/pristine-seas/
- https://www.nationalgeographic.org/projects/pristine-seas/expeditions/?q=&protection_status=Protected
- https://www.nationalgeographic.com/magazine/article/how-argentina-is-preserving-remote-tierra-del-fuego-marine-life