Il più grande spettacolo del mondo

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Il più grande spettacolo del mondo è anche l’ultimo Eden rimasto sul Pianeta Terra.
Una tragica nostalgia ispira la lettura di questo raffinato e coinvolgente libro, attraverso le rigorose immagini e parole ci porta a prendere atto di come, in una piccola manciata di anni, la specie umana sia riuscita a intaccare irrimediabilmente un bene che per secoli era rimasto selvaggio e mitizzato: il mare!
Dalla comparsa dell’uomo sul Pianeta, la sua impronta aveva appena sfiorato l’immenso serbatoio di vita racchiuso nell’inospitale mondo marino.
L’uomo prima cacciatore e poi coltivatore aveva trasformato l’Eden a suo uso e piacimento, ma l’immensità del mare – come dice Erri De Luca sorella maggiore del grembo materno – rappresentava una difficoltà insormontabile per potergli riservare lo stesso destino. Con l’avvento delle tecnologie, in un primo tempo rudimentali e poi man mano più sofisticate, anche il meraviglioso ultimo Eden del Pianeta non ha resistito agli attacchi predatori di una specie fuori controllo. Indispensabili il fitoplancton e le balene, le praterie di Posidonia oceanica e gli squali: quando una maglia della catena scompare può andare in tilt tutto il sistema e purtroppo con la pesca dissennata, l’inquinamento, la cementificazione delle coste, l’aumento della temperatura e l’acidificazione degli oceani innumerevoli specie stanno scomparendo portando l’intero ecosistema marino a rischio di sopravvivenza. Sicuramente un’azione concreta per cercare di arrestare questo degrado strisciante è l’istituzione di Aree Marine Protette, luoghi dove non solo si salvaguarda la ricca biodiversità marina ma contemporaneamente si protegge e valorizza lo spirito del Mediterraneo con tutti i suoi valori culturali e umani.
Dall’epoca della consulta del mare, della quale facevo parte, mi batto per la loro istituzione.
Attualmente in Italia ne sono state realizzate 32, le nostre leggi ne prevedono oltre 50 quindi c’è ancora molto da fare. Comunque sia dobbiamo esserne orgogliosi perché, anche se procedono tra mille difficoltà, rappresentano un’eccellenza del nostro Paese. Uno dei fenomeni del malessere del mare è sotto gli occhi di tutti: la proliferazione delle meduse; che non avendo più competitor si sono sviluppate senza freni ovunque nel mondo.
La pesca dei palamiti che ne mangiavano le larve e la decimazione delle tartarughe, loro cibo preferito, hanno creato un vuoto immediatamente riempito dalla nota specie urticante. Poca o quasi nulla la volontà di modificare uno stile di vita che sta compromettendo questo sistema così complesso e sofisticato, ma la speranza che la squadra consapevole (citata nel libro) della quale facciamo parte, abbia la meglio su quella che percepisce il mare come un luogo dal quale prelevare ogni tipo di risorsa e in cambio sversare ogni tipo di veleno, deve spingerci nel non far prevalere il pessimismo della ragione e impegnarsi sempre di più con ottimismo in azioni volte alla conoscenza di un valore assoluto e stimolarne la difesa.
Con questo sentimento 30 anni fa ho fondato Marevivo un’associazione composta da veri appassionati del mondo marino che dedicano la loro energia per invertire il trend che sta portando alla distruzione un patrimonio comune, perso il quale la catastrofe sarebbe inevitabile.
Questa pubblicazione rappresenta sicuramente uno strumento per far riflettere e indurre a nuovi e consapevoli comportamenti, quindi a nome di tutti gli amanti del mare e a quelli che si impietosiscono quando vedono pescare un essere d’argento seppur piccolissimo che si dibatte nello spasmo della morte… grazie.

Rosalba Giugni
Presidente Marevivo, Associazione Ambientalista
Il Più Grande Spettacolo del Mondo è un’opera di rottura e di restituzione, un’opera in controtendenza, a partire dalle imma­gini subacquee in bianco e nero. L’itinerario che porta alla scoperta del mondo sottomarino segue tracce e considerazioni illustri: Wallace, Hans Hass, Cousteau. Ognuno di loro è esaminato sotto la sua lente critica e ironica di chi esercita costantemente un approccio viscerale ma misurato: un equilibrio armonioso tra il piglio scientifico e gli slanci del cuore. Il bianco e nero dona a quest’opera la forza della forma perfetta, ma anche di ricordo, di nostalgia del presente. In un modo o nell’altro siamo tutti ragazzi della via Gluck, tutti con in mano le foto in bianco e nero di quello che c’era prima, ma pochi di noi rammentano che tra i paradisi in via di dissoluzione c’è anche il mare.

Claudio Di Manao
Scrittore di mare e editorialista, autore del Figli di una Shamandura
È difficile che in una persona non “addetta ai lavori” lo stupore di fronte alle meraviglie naturali susciti innanzitutto interesse per i meccanismi che sottendono tale bellezza. Per me che la biologia evoluzionistica l’insegno a studenti universitari (che però vengono a sentirmi perché interessati), è stata una piacevole scoperta, che ad affascinare una persona possano essere non solo le meravigliose policromie dei pesci tropicali, ma anche i meccanismi sottili che legano i pesci pagliaccio alle anemoni, i motivi per cui alcuni animali sono vistosamente colorati ed altri fantasticamente criptici, e come tutto questo risponda a leggi scientifiche che ben poco hanno a che vedere con un disegno intelligente (…)
E se tutto questo corpus di conoscenze ci serve a capire, è innegabile però che l’attrazione fatale dell’universo sottomarino è fatta innanzitutto di bellezza, una notazione estetica propria di tutta la natura, ma che l’ambiente subacqueo drappeggia con una certa qual difficoltà d’accesso per noi terricoli che la rendono ancor più affascinante. Ed è sempre stato così per gli scienziati, gli esploratori, i fotografi, gli appassionati subacquei che si affacciano tra le pagine che sto sfogliando, da dietro le bellissime immagini, tutti accomunati da questa sana passione per il mare, là dove tutto è iniziato.

Marco Oliverio
Professore di Zoologia
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin
Sapienza Università di Roma