Nuovi importanti insegnamenti nella didattica scolastica
Mancano poco più di due mesi al termine dell’anno scolastico, con docenti e alunni che sono nel pieno dell’attività didattica, seppur con tutte le limitazioni imposte dalla crisi sanitaria. Un anno a dir poco particolare che si sta rivelando molto più “lungo” e difficile del previsto; a complicare la gestione scolastica ci sono proprio le numerose novità dell’anno, brutte o belle che siano. Chiaramente non sono qui per parlarvi delle problematiche della DAD/DDI (alla scuola piacciono davvero tanto gli acronimi), perché questa è un’altra storia, bensì vorrei esaltare una delle poche novità davvero positive di quest’anno scolastico: l’obbligatorietà dell’educazione ambientale… Siete sbalorditi?
Detta così, infatti, sembra una notizia quasi incredibile, ed i media lo sanno bene; in realtà questo titolone va molto ridimensionato per evitare che altre persone, oltre me, possano rimanere deluse nel dover rivedere le proprie aspettative eccessivamente ottimistiche. Vediamo quindi di cosa si tratta davvero, e perché è importante che questa novità non passi in sordina a causa della pandemia Covid.
Da settembre 2020 è stata (re)introdotta una nuova disciplina tra i curricoli scolastici obbligatori di ogni ordine e grado: l’Educazione Civica. Non so esattamente quando sia stata abolita, ma posso dire con certezza che fino a una quindicina di anni fa c’era e, seppur con pochissime ore annuali, comprendeva lo studio della cittadinanza italiana, le sue forme di governo e la Costituzione. L’importanza degli argomenti si percepiva perfettamente, eppure lo scarso numero di ore che passavamo a studiare questa materia ci portava automaticamente a considerarla meno prioritaria di altre e, quindi, a trascurarla. Oggi questa disciplina è stata completamente rivista e racchiude al suo interno 3 nuclei fondamentali: COSTITUZIONE, con diritto nazionale e internazionale, legalità e solidarietà; SVILUPPO SOSTENIBILE, con educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio; CITTADINANZA DIGITALE. Per molti di voi sembreranno conoscenze basilari, ma non è così per tutti; motivo per cui è indispensabile formare i cittadini del domani, oggi. Quanto tempo pensate sia necessario per trasmettere tutti questi valori? Il sistema scolastico italiano ha semplicisticamente stabilito un numero minimo di ore annuali che ammonta all’imbarazzante cifra di 33 unità totali.
Considerando che si tratta di ore curricolari, ovvero prese dalle canoniche ore di lezione mattutine, a quale numero di ore pensate che sia possibile arrivare durante l’anno? Riconosco le difficoltà nel pianificare l’inserimento di una nuova materia nelle polverose linee guida per le scuole, ma, pensare che circa 11 ore di lezione per ogni macroarea citata siano sufficienti a trasmettere le nozioni previste, è come far leggere a qualcuno il sommario di un libro e pretendere che ne possa parlare chiaramente.
A questo punto possiamo dire che, a partire da quest’anno, l’educazione ambientale sarà una sub-materia insegnata nelle scuole di ogni ordine e grado, ma con un monte ore piuttosto limitato e, soprattutto, indefinito rispetto alle altre due sottocategorie disciplinari. Secondo voi la suddivisione oraria sarà uguale o andrà in sfavore di una delle tre?
L’Educazione Ambientale diventerà una materia scolastica
Chi insegnerà agli alunni a rispettare l’ambiente? Non potendo prevedere un docente specifico per così poche ore, si è scelto di affidare l’insegnamento di ogni tematica all’insegnante la cui materia risulta più affine; lo Sviluppo Sostenibile, ad esempio, trova una naturale interconnessione con le Scienze Naturali e con la Geografia. In questo senso il carattere trasversale dell’educazione civica in genere è molto prezioso, poiché ne facilita la gestione e, a parer mio, ne esalta l’importanza. Eppure, con questa grande libertà, c’è il rischio che la responsabilità del suo insegnamento diventi uno scaricabarile tra docenti poco desiderosi di ulteriori nuove mansioni. Queste ultime, badate bene, non sono poche e vanno dalla propria formazione alla programmazione, dalla gestione alla valutazione e, solo in ultimo, alla reale lezione frontale che, diciamola tutta, è sempre la parte migliore. Visti i punti deboli, qual è la soluzione? Probabilmente una regolamentazione più dettagliata ed una programmazione definita possono risolvere la maggior parte dei problemi sollevati da chi conosce e vive il mondo della scuola (e non da chi semplicemente lo immagina). Secondo voi è stato fatto?

Ad oggi si conoscono solo le linee guida emanate dal MIUR per l’insegnamento dell’Educazione Civica, ma queste sono piuttosto scarne. Tra i link utili presenti nel sito, ad esempio, non vi è nemmeno un riferimento allo sviluppo sostenibile, mentre gli altri due nuclei fondanti sono riportati in più punti. Per quanto riguarda gli “aspetti contenutistici e metodologici”, invece, si è presto fatto a dire che: “I nuclei tematici dell’insegnamento, e cioè quei contenuti ritenuti essenziali per realizzare le finalità indicate nella Legge, sono già impliciti negli epistemi delle discipline”. A questo punto l’aggettivo “scarno”, da me usato poco sopra, sembra un eufemismo, eppure la brevità delle istruzioni fornite è stata motivata ed associata ad un plus che rispetta l’autonomia organizzativa e didattica di ciascuna istituzione scolastica. Maggiori informazioni, a onor del vero, sono state fornite facendo coincidere gli obiettivi da raggiungere, e quindi le nozioni utili da trasmettere, con i 17 obiettivi fissati dall’ONU nell’Agenda 2030, per la salvaguardia della convivenza e dello sviluppo sostenibile. “Gli obiettivi non riguardano solo la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute, il benessere psicofisico, la sicurezza alimentare, l’uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso, un’istruzione di qualità, la tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità. In questo nucleo, che trova comunque previsione e tutela in molti articoli della Costituzione, possono rientrare i temi riguardanti l’educazione alla salute, la tutela dell’ambiente, il rispetto per gli animali e i beni comuni, la protezione civile”.
Posso dirmi davvero molto soddisfatta, quindi, degli obiettivi multidisciplinari che si pone l’insegnamento della nuova materia, ma non posso che chiedermi: basteranno le 11 ore minime ipotizzate? A valutare i risultati, comunque, sarà sempre il corpo docenti, con gli stessi criteri utilizzati per le altre discipline, ovvero in riferimento agli obiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze fissate nel curriculo di istituto, secondo la propria autonomia di sperimentazione. A partire dall’anno scolastico 2023/2024, invece, le valutazioni si dovranno basare sui traguardi raggiunti nel primo triennio di esperienze.
È chiaro, ora, il perché è così importante esaltare la notizia dell’educazione ambientale obbligatoria nelle scuole? Attirare l’attenzione su questa novità creerà maggiori aspettative e, quindi, un maggior impegno nella pianificazione del nuovo insegnamento. La valenza sperimentale che questo primo triennio nasconde è oltremodo preziosa, poiché getterà le basi esperienziali per tutti gli anni successivi, non solo per quanto riguarda valutazioni ed obiettivi, ma anche per le programmazioni e le competenze.
La sfortuna ha voluto che il lancio dell’Educazione ambientale sia venuto a coincidere con tantissime altre novità, ovviamente molto meno liete. Imparare a gestire un modello scolastico completamente diverso è chiaramente la prima sfida dell’anno, e su questo non ci sono dubbi, ma non possiamo permetterci di far fallire, ancora una volta, l’esperimento dell’educazione ambientale. Troppe volte l’Italia ha annunciato la volontà di istituire questa nuova materia scolastica, per poi non passare mai ai fatti.
A partire da Settembre 2020, è cominciato ufficialmente il faticoso lavoro dei docenti più responsabili e volenterosi che dovrà trasformare questo piccolo passetto in avanti in un enorme balzo verso una società più consapevole dei problemi più urgenti del Mondo.
L’Educazione civica, con le sue 3 sub-materie, è forse la disciplina più importante che si può insegnare oggi alle nuove generazioni perché possano crescere con valori più sani dei nostri, diventando dei cittadini consapevoli, responsabili, virtuosi e rispettosi di sé stessi e di ciò che li circonda, ambiente compreso.
Ciao Marianna, nel mondo in cui viviamo oggi, l’educazione ambientale dovrebbe essere una priorità. Probabilmente le ore di lezione non sono tante però, se guardiamo il lato positivo si potrebbe dire: poche, ma buone! Sicuramente le persone competenti come te saranno in grado di sfruttare al meglio questo tempo un po’ limitato ma prezioso. Grazie.