Giocare d´anticipo. La natura e il suo ciclo regolatore non smettono mai di stupire. È una gelida giornata con abbondante caduta di neve. I fiocchi scendono quasi con prepotenza, come volessero affrettarsi a coprire ogni singolo stelo d´erba. Mi inoltro nel bosco alla ricerca del silenzio di cui sento un’intensa necessità, soprattutto in un periodo in cui vorrei che il pianeta fosse contaminato dalla bellezza piuttosto che da un virus.

Nell´insegnare ai bambini i segreti della natura, ciò che piu mi preme comunicare è come la natura riesca a salvaguardarsi, a giocare d´anticipo. Mi riferisco ad esempio allo scoiattolo che con le scorte alimentari raccolte durante l´estate e nascoste in ogni anfratto del bosco riesce d´inverno a far fronte a qualsiasi carenza di cibo. Lo scoiattolo gioca d´anticipo, come la ghiandaia e la nocciolaia, intente anch´esse a raccogliere semi e a nasconderli in ogni angolo più remoto del bosco.

“Bambini pensate alle strategie che gli animali usano per affrontare l’inverno”, così mi rivolgo agli alunni della classe elementare dove sto presentando una serie di diapositive sull’inverno. Ad esempio le marmotte dormono tutte insieme in una tana sotterranea alla profondità di 3 metri. In questo modo stringendosi l’una all’altra riescono a non percepire il freddo intenso, la cosiddetta termoregolazione sociale, ma questa stretta vicinanza porta anche alla trasmissione di virus e parassiti. Dovrebbe coesistere un distanziamento, termine in voga negli ultimi due anni. La stessa trasmissione di virus e parassiti delle marmotte avviene parallelamente in questi due anni nell´homo sapiens quando il cosiddetto distanziamento sociale non viene rispettato. Ogni giorno il distanziamento è diventato per l´uomo la regola basilare per evitare il contagio. Ma sento di non dover rispettare alcuna distanza da quei maestosi pini e abeti carichi di neve che delineano la pista da fondo che sto percorrendo. Intorno a me nessuna presenza o per meglio dire è solo la foresta che mi tiene compagnia.

Sembra che nulla accada d’inverno sotto la coltre nevosa, invece anche nelle tane dei tassi (Meles meles), gli architetti del bosco, fervono opere di igienizzazione in continua attività. Eliminare agenti patogeni non è un problema prettamente umano, anche gli animali ogni giorno devono lottare contro nuovi elementi patogeni e mostrano grande attenzione alla prevenzione, all’igiene individuale e collettiva e alla gestione dei conspecifici malati. Infatti anche nel mondo animale è in atto una lotta costante che vede ogni specie impiegare una quantità di strategie, di comportamenti e rimedi per contrastare la diffusione di malattie infettive. I tassi come tanti altri animali devono trovare un buon compromesso tra i comportamenti antiparassitari e la selezione di un ambiente adatto e sono un esempio emblematico di accortezza nei confronti dell’igiene. Il tasso è un mustelide notturno che raramente abbandona il proprio territorio. Scava la tana nel suolo boschivo, sfruttando come punto di partenza le cavità naturali del terreno o nelle rocce, solitamente alla base di un albero. Spesso le abitazioni dei tassi vengono condivise con altri inquilini. in particolare con le volpi.

Dall’esterno le tane di tasso sono facilmente riconoscibili per la presenza, nei pressi della principale cavità di ingresso, di alcune buche piene di feci. La gestione delle latrine è un compito importante per evitare di contrarre pericolose malattie. Viste dall’interno, invece, le abitazioni dei tassi sono costituite da numerose gallerie sotterranee che vengono aggiunte e ampliate ogni volta che si allarga la famiglia, di generazione in generazione. Una volta venne osservata una tana costituita da un totale di 900 metri di gallerie sotterranee, con 50 camere e 178 ingressi. Ecco perchè i tassi vengono definiti gli architetti del bosco. La tana si presenta come una struttura estremamente complessa, suddivisa in aeree ben precise (magazzini per le provviste, stanze dormitorio, latrine, corridoi d´accesso), che viene tramandata di generazione in generazione per decenni o addirittura, secoli.
I tassi come altri mammiferi possono frequentare diverse tane, scegliendone una sola per ciascuna giornata. L’uso simultaneo di diversi ambienti dove dormire, trascorrendo raramente non più di due o tre giorni consecutivi nella stessa tana, contribuisce a combattere più efficacemente gli ectoparassiti. È stato inoltre osservato che i tassi tendono ad evitare le tane frequentate di recente da altri animali e questo per ridurre i rischi di contagio da eventuali infezioni. Gli animali sono più giudiziosi della sottoscritta anche nella cura della casa. Quante volte si consiglia di cambiare le lenzuola ogni tot di settimane. Ecco come gli animali nella manutenzione dei loro alloggi, nel contrasto agli ectoparassiti cambiano frequentemente i materiali interni della tana. Infatti sono soliti foderare l´ingresso dell’abitazione con foglie secche, muschi e felci che provvedono a rimuovere e sostituire minuziosamente e regolarmente. In aggiunta, svuotano il contenuto della tana e poi lo riportano all’interno una volta che abbia preso aria all’esterno e si sia riscaldato.

Contagio da cadavere
Nel caso di decesso di un membro della famiglia all’interno dell’abitazione, questo viene seppellito e la camera in cui giace sigillata. Anche nello smaltimento funerario esiste una possibilità di contagio. Oltre alla semplice rimozione dal nido, gli insetti sociali mostrano anche altre strategie adattative per la gestione degli individui deceduti. Per gli animali che vivono in colonie o in gruppi sociali i pericoli maggiori dal punto di vista sanitario possono provenire proprio dai loro coinquilini. Non sorprende quindi che api, formiche e termiti rimuovano rapidamente i cadaveri dai nidi. In alcuni casi, addirittura, gli insetti sociali espongono i cadaveri al sole perché la radiazione ultravioletta uccide rapidamente le spore fungine emergenti. Alcune termiti mordono e rimuovono le zampe dai cadaveri dei compagni, così da bloccare lo sviluppo delle fasi infettive dei parassiti. Il trasporto dei cadaveri è una questione molto delicata, visti i potenziali rischi di contagio da malattie infettive nel momento in cui la morte è causata proprio da una malattia infettiva. Ecco che nelle formiche il mestiere dei becchìni viene svolto da lavoratori specializzati. Anche in questo contesto entra in gioco la divisione dei lavori che rappresenta un modo efficace per preservare l’immunità sociale. Gli individui che si occupano della rimozione dei cadaveri, oltre ad essere tra i più anziani, presentano anche differenze genetiche, ormonali e neurologiche rispetto ai compagni di colonia. Questa specializzazione biologica li dota in qualche modo di super poteri: arrivano a percepire la presenza di un cadavere, in quanto più sensibili ai segnali chimici di morte e riescono a lavorare ad un ritmo incessante.
Problemi condominiali
Quante volte alle riunioni condominiali si incontrano personaggi alquanto fastidiosi. Anche gli animali hanno identici problemi. Sono soprattutto gli insetti sociali che vivono in condomini frequentati da un numero elevato di individui, il cui comportamento rispetto ai problemi di igiene per il controllo di trasmissione di malattie all’interno della colonia è alla massima allerta, soprattutto nei favi. Il favo è un raggruppamento di celle esagonali a base di cera d’api costruito dalle api nel loro nido per contenere le larve della covata e immagazzinare miele e polline. Le larve sono infatti individui particolarmente esposti ai rischi di infezione.


Ad esempio le api domestiche devono far fronte a diversi nemici, tra cui il piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida), parassita delle nidiate. Per contrastare la presenza di questo intruso dannoso, le api adottano un sistema difensivo molto efficace, incapsulando lo scarabeo in una gabbia viscosa di propoli. Questo processo dura da uno a quattro giorni e per questo è importante che alcuni individui facciano la guardia, per evitare che il parassita tenti la fuga. È probabile che questo comportamento di incapsulamento rappresenti un adattamento al fatto che l’esoscheletro degli scarabei sia troppo coriaceo per essere frantumato dalle api. Ma per le api, come per altri insetti, un fattore di rischio che può facilitare la trasmissione di infezioni all’interno della colonia è costituito dallo stretto legame di parentela tra individui. Gli agenti patogeni, infatti, possono trarre vantaggio dall’alto tasso di contatto, ma anche dalla relazione genetica tra membri del gruppo. Non è un caso che le api si siano adattate per cercare di ridurre al minimo la possibilità di contagio e bloccare la diffusione di malattie. In particolare sono in grado di rilevare gli stimoli chimici emessi dalle larve malate, dopo di che si attivano prontamente per la loro rimozione dal nido.
Fumigazione
Quante volte capita di accendere in casa incensi, diffusori o disporre foglie aromatiche come centro tavola. Queste azioni hanno lo scopo di ridurre la presenza di patogeni nell’ambiente in cui viviamo. Nulla di nuovo per gli animali. Diverse specie di uccelli, più comunemente quelle che nidificano nelle cavità, inseriscono fresche erbe aromatiche molto profumate all’interno dei nidi, erbe che ridurrebbero la presenza di pidocchi, acari, pulci e insetti parassiti. Un altro motivo potrebbe essere riferito alla selezione sessuale, in quanto i maschi raccoglierebbero le erbe seguendo un rituale di corteggiamento per attrarre l’attenzione delle femmine. Esiste però anche un´altra motivazione di tipo farmacologico: le erbe aromatiche rafforzerebbero il sistema immunitario dei pulcini, migliorandone la salute.

Nelle cinciarelle, uccellini dei nostri boschi, sono le femmine a trasportare nei nidi le erbe aromatiche durante il periodo della schiusa. Numerosi esperimenti hanno evidenziato l’importanza della fumigazione nella lotta ai parassiti e nella salute dei pulcini. Ricerche recenti inoltre hanno documentato l’importanza della fumigazione nella lotta ai parassiti attraverso l’uso di vegetazione verde per gli uccelli canori, aghi di pino per le aquile e achillea per le rondini. Un esempio alternativo di fumigazione arriva dai passeri e dai fringuelli che incorporano nei nidi fibre sfilacciate dei mozziconi di sigaretta allo scopo di ridurre la presenza di acari. Questo fa capire quanto le specie animali sappiano adattarsi rapidamente all’ambiente che li circonda, anche quando le nostre azioni (tipo abbandonare rifiuti in giro) non sono rispettose.

Gel da sanificazione e allogrooming
È buona pratica soprattutto durante questo periodo lavarsi sempre le mani. Gli animali non dispongono di un gel di sanificazione, tuttavia soprattutto negli insetti eusociali si osservano comportamenti quali l’applicazione di sostanze antiruggine e antibatteriche da parte degli insetti ai propri compagni attraverso l’allogrooming, cioè mediante cure igieniche prestate a un conspecifico. Le formiche secernono da sole alcune sostanze antimicrobiche che applicano su se stesse, sui loro compagni di nido e sulla struttura del formicaio. Nell’ape domestica che ha imparato a raccogliere i composti antimicrobici dall’ambiente si ha proprio l’esempio dell’uso volontario di composti di origine naturale che svolgono un’azione benefica a livello dell´intera colonia nel contrastare agenti patogeni.

Il concetto di quarantena
Considerando le recenti vicende sanitarie, il concetto di quarantena è ormai entrato nel nostro quotidiano. In origine la quarantena assumeva il significato della segregazione di quaranta giorni imposta ai malattia affetti da una qualche forma di malattia infettiva contagiosa. Con la pandemia di Covid-19, il termine quarantena ha assunto una connotazione più estesa, riferita all’isolamento di persone per ragioni sanitarie. La quarantena rappresenta una procedura essenziale per cercare di controllare determinate malattie e ridurre i rischi di contagio nella popolazione. Ma anche negli animali un individuo infetto viene allontanato dai compagni per impedirgli di contagiare l’intero gruppo. In alcune specie di scimmie gli individui malati vengono scacciati ripetutamente con comportamenti minacciosi, sempre evitando il contatto fisico. Fu proprio Jane Goodall, la famosa primatologa britannica a documentare tali comportamenti, Nel 1966 mentre studiava un gruppo di scimpanzé in Tanzania, la ricercatrice osservò uno scimpanzé di nome McGregor che aveva contratto la poliomielite, malattia infettiva contagiosa. Una volta malato, i suoi compagni lo attaccarono e lo cacciarono dal gruppo. Ma notò anche che in alcuni casi gli animali infetti, una volta ristabiliti fisicamente, venivano riaccettati dal gruppo. Una particolare tipologia di azione preventiva per ridurre i contagi è il cannibalismo infantile, una pratica messa in atto da alcune specie, come anche da cani e gatti. Nonostante i cuccioli siano solitamente immuni a molti agenti patogeni, può capitare talvolta che possano contrarre infezioni e questo può avvenire se non ricevono colostro a sufficienza o se questo presenta qualche deficit immunitario di natura genetica. Per colostro si intende quel liquido denso, cremoso e giallastro che il seno materno produce prima della montata lattea circa tre giorni dopo il parto. La presenza di un piccolo, infetto e contagioso può rappresentare un pericolo sia per la madre, sia per fratelli e sorelle. Ed è proprio per questo motivo che la madre, attenta e ricettiva ai primi segnali d’allarme, quali inattività o ipotermia, si sbarazza del cucciolo malato, il più delle volte mangiandolo.
Smaltimento rifiuti
Lo smaltimento dei rifiuti è una delle maggiori fonti di trasmissione di agenti patogeni. L’accumulo di componenti in deterioramento e decomposizione rende le discariche luoghi dannosi per l’ambiente e potenzialmente molto pericolosi dal punto di vista sanitario oltre all’esposizione di sostanze tossiche. Continuando incessantemente ad allestire discariche abusive, l’uomo può trarre un esempio prezioso dagli insetti sociali. Le formiche sono le uniche insieme agli esseri umani, ad aver scoperto l’importanza dell´agricoltura. Alcune specie di formiche definite tagliafoglie trasportano nel formicaio pezzettini di foglie verdi con cui concimano i funghi che loro stesse hanno addomesticato e di cui si nutrono.

I problemi di sanità delle formiche tagliafoglie sono principalmente due: rischi di infezione delle loro coltivazioni e rischi di contagio per loro stesse. Nel caso in cui un agente patogeno attacchi i funghi all’interno del nido, le formiche raccolgono le spore e le comprimono all’interno delle loro tasche infraboccali. Lì, grazie all’associazione simbiotica con un batterio che produce antibiotici, riescono ad eliminare l’intruso e a bloccare la diffusione delle infezioni. Nelle colonie di formiche tagliafoglie gli scarti alimentari vengono costantemente rimossi dall’area centrale e portati in appositi luoghi di smaltimento, situati in zone periferiche o all’esterno del nido. Da notare che tali discariche si ergono su un terreno in discesa per evitare che la pioggia riporti i rifiuti verso il nido.

Come di consueto negli animali si scoprono misure di prevenzione e soluzioni che vengono adottate per risolvere qualsiasi problema. Tento di seguire il loro esempio. Ripenso agli uccelli migratori che prima di affrontare lunghi viaggi, si allenano e rinforzano i muscoli con voli apparentemente inutili ma che in realtà rappresentano una sorta di training prima di partire, proprio come quando si va in palestra. Anch’io mi alleno più che posso percorrendo i miei trenta km nel bosco con gli sci da fondo; il sistema immunitario va sempre rinforzato soprattutto di questi tempi. Una sorta di guarigione da tutto ció che sta accadendo viene anche dal silenzio, una pratica di cui si è persa l´abitudine. Un tempo veniva praticato a scuola il gioco del silenzio. Ma tutto questo lo si ritrova nella foresta, un invito a convivere meglio anche con la natura: una vera terapia e una vera guarigione. Ascoltare e imparare rimanendo in silenzio, piuttosto che continuare a parlare, a chattare e ad improvvisarsi improvvidi scienziati. E giocare d´anticipo seguendo gli insegnamenti della natura.

Improvvisamente la bufera sembra terminare. Le montagne in combutta con il sole iniziano a mostrarsi tra fitti veli di nebbie orizzontali. Pian piano i contorni degli alberi offuscati nella bufera appaiono più chiari e definiti. Il manto nevoso appena delineato è intaccato dalle impronte di una volpe. Il tempo sembra fermarsi. Corolle di fiori ormai secche e avvizzite, ornate dalla neve caduta sembrano preannunciare una nuova vita. Li ammiro e gioco d´anticipo nel silenzio della foresta.

Grazie caro Claudio, come sempre la natura ci risveglia dal torpore e ci é di esempio continuo
Che fantastico articolo! Così attuale oltretutto… è sorprendente ciò che fa il regno animale per autoproteggersi, una vera scoperta per me, l’organizzazione sottesa a garantirsi la sicurezza sociale dei tassi è così intelligente. Quanti esempi per noi esseri umani così presuntuosi e socialmente addirittura pericolosi, dannosi l’uno per l’altro!