Consigli per visitare le Eolie dalle spiagge ai vulcani

Nel Mar Tirreno, al largo della costa settentrionale della Sicilia di fronte a Messina, c’è una terra primordiale, scolpita nei millenni dal fuoco e dalle onde. Un arcipelago di sette isole di origine vulcanica, circondate da un’acqua cristallina. Alicudi, Filicudi, Lipari, Salina, Panarea, Stromboli e Vulcano: sono queste le Eolie, a cui si aggiunge una distesa di scogli, faraglioni e cinque isolotti.

Isola di Filicudi | © Vittoria Amati

La natura vulcanica ha da sempre influenzato la storia delle Eolie, ma non solo. Proprio grazie al fatto di offrire una straordinaria testimonianza di nascita ed evoluzione di isole vulcaniche, sono diventate Patrimonio Unesco. Studiate fin dal 1700, rappresentano tutt’oggi una ricca fonte per i vulcanologi. L’arcipelago è la parte emersa di un gruppo montuoso lungo una novantina di chilometri, che si prolunga in profondità con altri vulcani. A separarlo dalla costa siciliana ci sono 200 metri di profondità.

Le Eolie vantano una storia molto antica che, come nel resto della Sicilia, si fonde con la mitologia. I Greci infatti erano molto affascinati da queste isole, il cui aspetto variava in base al volere delle nubi e dei venti. Sono abitate fin dal Neolitico grazie alla preziosa ossidiana, il tagliente vetro vulcanico ottenuto grazie al raffreddamento della lava. E a livello commerciale, la loro posizione strategica ha fatto il resto portando non solo la prosperità, ma anche le incursioni degli etruschi e dei pirati arabo-turchi.

Valdichiesa,Isola di Filicudi | © Vittoria Amati

Ogni isola è un piccolo paradiso ideale da visitare a piedi lungo vari itinerari. Ripide salite arrivano fino alle cime di vulcani che sfiorano i 1.000 metri. E il panorama che si ammira è di una bellezza disarmante.

Si cammina fra muretti a secco, mulattiere e sentieri forgiati nei secoli dall’uomo, che ha sfruttato la fertilità del suolo. Si attraversano selve profumate di fiori di cappero e ginestra, coltivazioni di olivi e vigneti di uva Malvasia, da cui si ottiene il famoso vino DOC.

La vegetazione è tipicamente mediterranea, con 900 specie di piante di cui quattro endemiche. Per quanto riguarda la fauna invece, le Eolie rappresentano il punto più meridionale dell’Europa continentale in cui si spingono molte specie. Si contano circa 40 specie di uccelli, di cui 10 minacciate di estinzione. L’arcipelago è importante anche per gli uccelli migratori, e rappresenta un’importante Bird Area.

Quale isola scegliere?

Ognuna ha la sua personalità. Variano per grandezza, dalla manciata di chilometri quadrati di Panarea, ai 37 di Lipari. Alle Eolie qualsiasi viaggiatore può trovare quello che cerca, dal turismo esclusivo alla quiete della natura incontaminata. E ovunque si decida di andare, imperdibile è un giro intorno all’isola prescelta per scoprire grotte, calette, scogli, insenature e fondali marini. Ora vi presentiamo le Eolie una per una.

Il cratere a Vulcano | © Ghost in the Shell
Vulcano

Col suo forte odore di zolfo, può sembrare l’isola di un girone infernale dantesco. Del resto gli abitanti si chiamano vulcanari, quasi provenissero da un altro mondo. Per la mitologia greca ospitava le fucine di Efesto, ma sono stati i Romani col loro dio Vulcano a darle il nome. È la più vicina alla costa messinese, da cui dista solo 20 chilometri, mentre un braccio di mare largo 750 metri, detto Le Bocche di Vulcano, la separa da Lipari.

L’isola è nata dalla fusione di alcuni vulcani. Il più grande, oggi spento, è il Gran Cratere (detto anche Vulcano della Fossa o Cono di Vulcano). Gli altri sono il Vulcanello, il Monte Aria e il Monte Saraceno. Attualmente l’attività è limitata alle fumarole, presenti un po’ ovunque.

La prima cosa da fare è salire sul Cratere fra i gas sulfurei, dove la vista abbraccia tutto l’arcipelago e, se il cielo è limpido, anche la costa di Messina. Seconda cosa, il bagno al Laghetto dei fanghi sulfurei, apprezzati per le proprietà terapeutiche. Per gli amanti della vita da spiaggia la destinazione è Baia Negra, la spiaggia di sabbia scura.

Tramonto su Lipari | © Ghost in the Shell
Lipari

Andiamo ora nell’isola più estesa e abitata, che misura circa 40 chilometri di circonferenza. Due insenature naturali fanno da punto di riferimento: Marina Lunga e Marina Corta, una delle più suggestive piazze delle Eolie, cuore della vita sociale. Nel centro storico c’è un’infinità di botteghe e caffè tra ripide salite e vicoletti.

Lipari ha diversi centri abitati: dalla Chiesa Vecchia di Quattropani, tipico paesino in collina, si gode una vista mozzafiato sull’arcipelago, soprattutto al tramonto (un altro punto panoramico molto bello è sul Monte Chirica che con i suoi 600 metri è la vetta più alta). Da non perdere anche i villaggi di Canneto e Acquacalda, e le Cave di pomice di Porticello.

Una visita inaspettata si ha dalla rocca del castello, un’area fortificata sul promontorio che domina il centro storico. Qui si trova la perla liparese, il Museo Luigi Bernabò Brea (https://aditusculture.com/biglietti/sicilia/lipari/parco-archeologico-delle-isole-eolie-museo-luigi-bernabo-brea?gclid=EAIaIQobChMIz56zx7a_8wIVCdUYCh24xA_-EAAYASAAEgLsxvD_BwE#). Espone testimonianze che partono dalla preistoria, e che proseguono con una collezione di anfore e maschere del teatro greco e altri reperti subacquei. Interessantissimo il padiglione dedicato alla vulcanologia.

Panarea vista dal villaggio preistorico | © Ghost in the shell
Panarea

Pur essendo l’isola più piccola, offre un perfetto mix di mare, archeologia e movida. In alta stagione ospita il turismo più esclusivo, ma nel resto dell’anno è ideale per gli escursionisti. Rispetto al resto dell’arcipelago infatti ha una notevole varietà di ambienti naturali, mentre dal punto di vista geologico è la più antica.

La spiaggia di Cala Junco è fra più belle delle Eolie per il colore rosso delle rocce che la circondano. Ma Panarea ha anche coste inaccessibili e frastagliate, in un susseguirsi continuo di terrazzamenti, crepacci e formazioni di lava solidificata.

L’isola ha molto da offrire anche agli amanti delle immersioni grazie a fondali spettacolari. Da vedere Scoglio Spinazzola, Scoglio la nave e il relitto Llanishen, un mercantile inglese affondato nei primi del 1900. Esiste inoltre un’intensa attività di fumarole sottomarine.

Un’esperienza da non perdere è il giro in barca fra il gruppo di cinque isolotti che vi abbiamo citato all’inizio dell’articolo: sono Basiluzzo, Bottaro, Dattilo, Lisca Nera e Lisca Bianca.

Monte dei Porri – Isola di Salina | © Ghost in the Shell
Salina

Salina è chiamata “la verde” per la vegetazione lussureggiante che la ricopre. E in effetti i suoi due prodotti principali vengono proprio dalla natura: i capperi che crescono spontaneamente, e il vino Malvasia. Non mancano poi coltivazioni di ulivi, rigogliosi alberi di fichi e agrumi. A Salina ci sono i vulcani Monte dei Porri, Monte Rivi e Monte Fossa delle Felci, su cui si possono fare escursioni memorabili.

Da visitare è il borgo di Pollara, con la sua spiaggia ai piedi di un’imponente parete a picco sul mare. È qui che Massimo Troisi ha girato quello che sarebbe stato, purtroppo, il suo ultimo film, “Il Postino“. Da segnare anche Valdichiesa, un paesino dell’entroterra con poche decine di abitanti, e Lingua, piccolo borgo di pescatori con una piazza che si affaccia su un laghetto di acqua salmastra.

Porto di Alicudi | © Ghost in the Shell
Alicudi

Facciamo ora la conoscenza delle due isole eoliane ideali per una vacanza lontana dal turismo di massa. Iniziamo con Alicudi, la meno abitata e tra le più piccole dell’arcipelago. Non è una meta adatta a tutti: non ha strade carrabili ma solo vicoli in cui inerpicarsi, e non c’è un porto turistico (è raggiungibile solo grazie a piccoli approdi temporanei). La vita notturna poi è inesistente.

Nei suoi 5 chilometri quadrati regala una natura aspra e selvaggia, con pendici rimaste disabitate per la pendenza. Nota ai Greci come Ericusa, che significava “ricca di erica”, è la più giovane delle Eolie.

Dominata dal Monte Filo dell’Arpa, è abitata solo sul versante meridionale, che digrada verso il mare in stretti appezzamenti con muri a secco. Consigliamo l’escursione a questa montagna, insieme a una gita allo Scoglio della galera e al Timpone delle femmine, formato da una serie di fenditure nella roccia in cui le donne si rifugiavano all’arrivo dei pirati.

Filicudi

Come Alicudi, Filicudi è selvaggia e poco mondana ma meno appartata e solitaria. Conta pochi centri abitati, collegati fra loro dall’unica strada asfaltata e da numerose mulattiere. A caratterizzarla è la fitta coltivazione di capperi e fichi. Insieme al Monte Fossa Felci, un vulcano alto 774 metri, ci sono altri sette vulcani tutti spenti.

Capperi – Filicudi | © Vittoria Amati
Limoni – Filicudi | © Vittoria Amati

L’isola vanta uno dei luoghi più importanti per l’archeologia eoliana, il Villaggio neolitico di Capo Graziano. In un promontorio custodisce ruderi di una trentina di capanne. Intorno al 2000 a.C. il villaggio era un ricco centro di produzione con fitti scambi commerciali con Micene.

Per gli amanti del mare, sotto il promontorio c’è la piccola spiaggia di Le Punte con grossi ciottoli tondeggianti. Da non perdere è poi un bagno nella Grotta del Bue Marino, vicino a Punta Perciato, così come le escursioni a La Canna (un faraglione alto più di 70 metri) e alla Punta di Zucco Grande. Proprio qui, secondo recenti studi, la lava risale a più di 1 milione di anni, e a oggi è il materiale più antico di tutto l’arcipelago. Ci sono poi gli isolotti dell’Elefante, di Montenassari e lo Scoglio della fortuna.

Stromboli | Isole Eolie
Stromboli

Andiamo ora nell’unica isola delle Eolie che ha ancora un’attività vulcanica permanente. Il vulcano è chiamato Iddu dalla gente del posto (“Lui” in dialetto siciliano) ed è sempre fumante. Davvero suggestiva, soprattutto di notte, è la Sciara di Fuoco, con la colata lavica che scende verso il mare. Ogni giorno si organizzano trekking con guide esperte che portano a oltre 900 metri di altezza, a seconda delle fasi eruttive.

Dopo un lungo periodo di decadimento dovuto a eruzioni, terremoti ed emigrazioni, l’isola è tornata in auge grazie a”Stromboli (Terra di Dio)“, film del 1950 diretto da Roberto Rossellini e interpretato da Ingrid Bergman. E oggi il turismo è alla base dell’economia.

Stromboli rimane comunque una meta tranquilla, con viuzze percorribili solo dal motocarro e dai motorini elettrici, e con una caratteristica particolare: manca l’illuminazione notturna nelle strade. Un’attrattiva turistica in più voluta dal comune. Scelta perfetta per ammirare dall’Osservatorio un splendido cielo stellato nel cuore del Mediterraneo.

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