La Costa Rica è una piccola perla verde del Centro America che ha fatto della tutela ambientale il suo biglietto da visita. Ed è comprensibile visto il suo immenso patrimonio naturale. Incastonata fra Nicaragua e Panama, bagnata dall’oceano Pacifico e Atlantico, ha una superficie pari a un sesto di quella italiana, e solo 5 milioni di abitanti. Con le sue dimensioni occupa appena lo 0,03% della superficie del pianeta, ma è l’habitat del 5% della biodiversità esistente. Non a caso si posiziona fra i 20 Paesi più ricchi di biodiversità e per densità di specie (ne conta circa un milione).

La Costa Rica è un Paese rigoglioso con un’incredibile varietà di habitat. Le esigenze di tutti i viaggiatori saranno soddisfatte. Dalla giungla ai vulcani, dalle cordigliere con cime alte migliaia di metri ai fiumi impetuosi, dalle spiagge tropicali alle foreste aride. Un piccolo scrigno che racchiude meraviglie a portata di mano, raggiungibili senza percorrere lunghe distanze. Anche il clima è generalmente caldo ma piacevole, sia nella stagione secca da dicembre ad aprile, sia in quella delle piogge da maggio a novembre.
Le risorse naturali sono protette dal Sistema Nazionale di Aree di Conservazione, che salvaguarda oltre il 25% del territorio. Parliamo di 29 parchi naturali, 19 rifugi di vita silvestre, 8 riserve biologiche e svariate aree protette. La natura è ovunque, letteralmente.

Inoltre, ciliegina sulla torta, la Costa Rica vuole diventare il primo Paese al mondo a emissioni zero. Le pratiche di sostenibilità, profondamente integrate nella cultura locale, vengono osservate da cittadini e turisti. La coscienza ecologica infatti è molto forte. Quasi la totalità dell’elettricità ad esempio è prodotta utilizzando risorse rinnovabili. Inoltre, le istituzioni fanno rispettare con scrupolo le regole in tema di riforestazione e impatto dell’edilizia sull’ambiente. La natura occupa un ruolo talmente centrale nelle tematiche politiche, da diventare un marchio di fabbrica per questo Paese che vive principalmente di agricoltura e turismo. E lo spirito di accoglienza è sulla stessa linea d’onda.

La Costa Rica è uno Stato pacifico e democratico con una delle economie più floride e stabili dell’America Latina. Abolito l’esercito nel 1948, è sede della Corte interamericana dei diritti umani, e dell’Università per la Pace in seno alle Nazioni Unite.

La ricchezza della Costa Rica sta anche nella diversità culturale del suo popolo. Agli indigeni di origine preispanica si è aggiunta l’ondata di immigranti principalmente spagnoli, ma anche africani, asiatici e provenienti dal resto del continente americano. Qui “pura vida” è quasi un intercalare, due parole che racchiudono la filosofia di vita dei costaricani: godersi il momento, vivere nel presente.
Detto questo, se esiste un luogo in Costa Rica in cui la natura dà il massimo è il Parco Nazionale di Tortuguero, nella parte atlantica. Con i suoi 26.000 ettari terrestri e 50.000 ettari marini, è una delle aree incontaminate con la maggiore diversità biologica del Paese. Per questo viene considerato la piccola Amazzonia costaricana. In particolare, è stato creato per proteggere l’area di annidamento della tartaruga verde, diventata la più importante dei Caraibi occidentali. Molto caratteristici sono i canali naturali, le lagune e i fiumi da esplorare in barca, canoa e kayak.

Il Tortuguero ha una foresta tropicale molto umida, habitat ideale per oltre 400 specie di alberi e circa 2.200 specie di altre piante. Non mancano poi decine di specie di anfibi, pesci di acqua dolce e mammiferi in pericolo di estinzione come tapiri, scimmie, gattopardi, giaguari, lamantini, bradipi. Dà rifugio anche al coccodrillo, al luccio alligatore e a 400 specie di uccelli come l’airone azzurro e la jacana spinosa.

Per gli amanti del birdwatching, la Costa Rica è il paradiso in terra. Nel suo piccolo territorio ospita quasi 850 specie di uccelli. Fra le ragioni di questa abbondanza, la grande varietà di habitat. E quando dicono che è facile scorgere una grande quantità di uccelli ovunque, e non solo nei parchi, non è mera propaganda turistica: è proprio così.
È possibile ammirare ad esempio il coloratissimo quetzal, che vive nella regione di Santos, sulla Cordigliera Vulcanica Centrale, e nella Riserva biologica della foresta nebulosa di Monteverde. Questa riserva nella Sierra di Tilaran è uno dei gioielli della Costa Rica. Fra le poche foreste di questo tipo ancora esistenti al mondo, richiama frotte di ricercatori per il suo patrimonio naturale: ospita il 2,5% della biodiversità del pianeta, mentre circa il 10% della flora è endemica.
Ma la Costa Rica è anche il paradiso per le immersioni. Con una superficie marina pari a 10 volte quella terrestre, ospita almeno 6.700 specie, che rappresentano il 3,5% di quelle conosciute sul pianeta.

Il Parco Nazionale Isola del Coco, Patrimonio Unesco, è imperdibile. Definita da Jacques Cousteau “l’isola più bella del mondo”, si trova a 500 chilometri dalla costa del Pacifico, e ha un fascino leggendario senza tempo. Rifugio di pirati, meta di mercanti, colonizzatori e cacciatori di balene, per molti nasconde antichi tesori. Oggi però è famosa per i suoi tesori naturali, che includono squali martello e pinna bianca, balene gobbe, delfini, tartarughe embricate e molte altre specie marine e di corallo.
Anche la costa caraibica ha le sue meraviglie come il Rifugio di Vita Silvestre Gandoca-Manzanillo. In soli 5 chilometri quadrati di scogli di coralli, gli scienziati hanno scoperto 600 specie di molluschi, il 10% dei quali unici al mondo.

Anche gli amanti del surf, sport molto amato dalla popolazione, resteranno soddisfatti. La Costa Rica è fra le mete più gettonate, tallonando le Hawaii e l’Indonesia. Fra le ragioni di questa notorietà ci sono spiagge con onde tutto l’anno, temperature sempre miti e acque incredibilmente calde. Il Paese inoltre è uno dei pochi in cui due grandi oceani sono a poche ore di distanza l’uno dall’altro: è possibile surfare all’alba sulla costa del Pacifico (la più apprezzata per il mare mosso) e immergersi nell’Atlantico al tramonto.

Per chi invece preferisce il puro relax in spiaggia, la meta ideale è il Parco Nazionale Manuel Antonio, dove al verde della vegetazione si uniscono spiagge di sabbia bianca e le acque color smeraldo del Pacifico. Il parco è nato per i reclami della popolazione contro il divieto di accesso alle spiagge imposto dagli ex proprietari stranieri, che volevano sviluppare l’area come centro turistico esclusivo.
Oltre alle spiagge, nella umidissima foresta tropicale ci sono specie di flora e fauna in via di estinzione, una palude di mangrovie, ambienti marini, isole e una laguna di 14 ettari. È facile scorgere una grande quantità di specie come scimmie urlatrici, bradipi, cervi e coati.

Ma è nell’estremo sud del Paese, nella Penisola di Osa, che troviamo una chicca imperdibile, per fortuna ancora defilata rispetto al flusso del turismo di massa: il Parco Nazionale Corcovado. Protegge quasi 42.000 ettari di lagune, mangrovie, fiumi, foreste umide e nebulose, e ben 46 chilometri di coste sabbiose. È un ecosistema che non ha pari in America Centrale, un paradiso di natura incontaminata ricco di biodiversità. La nomea di “zoo aperto della Costa Rica” è quindi ben meritata.

Un viaggio in Costa Rica però non può definirsi tale senza una tappa a uno dei suoi vulcani, spesso protetti da parchi naturali che portano il loro nome. Il più famoso è il Vulcano Arenal, nelle pianure del nord-ovest. Dai sentieri si può osservare gran parte della flora e della fauna, oltre ai resti delle colate laviche. Le acque termali provenienti dal vulcano sono ricche di minerali. Per questo La Fortuna, paese che si trova alle sue pendici, è uno dei luoghi più visitati da chi cerca relax e benessere.
Il Vulcano Poás si trova invece sulla Cordigliera Vulcanica Centrale, a circa 2.700 metri di altezza. È attivo, ed emette una gran quantità di gas e vapore acqueo. Ha due crateri, uno con un diametro di circa 1,3 chilometri, la maggior parte del tempo nascosto fra le nuvole. Il secondo invece viene chiamato Laguna Botos, è di origine pluviale e accoglie acqua fredda color verde per l’alto contenuto di acido solforico.
Un altro “vicino di casa” ancora attivo è il Vulcano Irazù, con una lunga storia di eruzione. Conta quattro crateri e due lagune, e coi suoi 3.400 metri sul livello del mare è il più alto della Costa Rica. Fra le risorse geologiche ci sono anche le spiagge Hermosa, Principal e Diego de la Haya. Nel complesso è incluso il Vulcano Turrialba.

A chi cerca luoghi meno turistici ma altrettanto suggestivi, suggeriamo il Vulcano Rincon de la Vieja, con numerosi sentieri per ammirare cascate, fumarole, crateri e conche.
In tutto questo la Costa Rica non protegge solo l’ambiente, ma anche la popolazione. Sono state istituite infatti svariate riserve indigene in cui si può scoprire la vita che conducono le diverse comunità. Artigianato, abitazioni, danze, utensili, cerimonie: ogni tassello consente di approcciare in modo rispettoso queste culture così diverse.
Il Pacifico del sud ospita vari gruppi indigeni come i Cabecares, i Guaymiese i Borucas. L’area conta diverse riserve, anche se le antiche tradizioni purtroppo vanno perdendosi. A pochi chilometri dal centro del paese c’è un luogo sacro per i Borucas, con un complesso di cascate fra le più belle della Costa Rica.
Nelle pianure del nord c’è la Riserva Indigena Maleku, mentre sul lato dei Caraibi, vicino a Puerto Viejo, si può visitare la Riserva Indigena Keköldi. Gli indigeni Bribris allevano iguane, producono artigianato autoctono come archi e frecce di legno, borse, reti, amache e via dicendo. Ci sono svariati sentieri per esplorare il territorio, e due torri per il birdwatching. Qui spiccano i rapaci, presenti in ben 17 specie, oltre ad altre migliaia di uccelli. Ultimo step, la cascata del fiume Cocles, l’ennesimo tuffo nel cuore verde e pulsante della Costa Rica.
