Alzi la mano chi non ha mai riempito troppo i bagagli, pentendosene amaramente durante il viaggio, mentre trascinava o si metteva in spalla un peso spropositato.
È un errore che commettiamo in tanti, soprattutto all’inizio, perché la voglia di portare con noi tutto quello che serve (e anche di più) è sempre forte. In sostanza, riempire il più possibile finché c’è spazio. Purtroppo ci rendiamo conto dell’errore quando orami è troppo tardi.
Ma come tutte le arti, anche l’arte del minimalismo si affina col tempo. Più si viaggia, più si capisce quanto sia comodo muoversi in leggerezza. Come si dice in inglese, “less is more”. E c’è chi ne ha fatto un vero e proprio obiettivo, raggiungendo i massimi livelli di leggerezza: Brooke Schoenman è un’americana trapiantata a Sydney che nel 2010 ha aperto il blog herpackinglist.com, per aiutare le donne che vogliono viaggiare leggere.
A lei per tre settimane basta uno zainetto di 12 litri. Ecco livelli simili di minimalismo possono non essere adatti a tutti, il troppo poco stroppia, ma si può assolutamente prendere spunto.
Facciamo un passo in più però, e andiamo oltre la concretezza: questa leggerezza va intesa non solo dal punto di vista del peso pratico, ma anche mentale. «Di fronte a una valigia grande si tende a riempirla con “quel che ci sta”. Nel bagaglio a mano entra “quel che si vuole”» scrive Gabriele Romagnoli in “Solo bagaglio a mano” . È un saggio di poche pagine che però dice molto, perché partendo dalla metafora del viaggio arriva a un modello esistenziale: con noi dobbiamo portare l’essenziale, perché eliminare il superfluo ci alleggerisce, in tutti i sensi.
E non avere il bagaglio stipato lascia spazio per tornare a casa con qualcosa di nuovo. Il bello di viaggiare è abbandonarsi alla scoperta, staccarsi per un po’ delle proprie abitudini e aprirsi al diverso.
Proviamo allora a vedere come migliorare il nostro viaggio mettendo nel bagaglio solo quello che serve davvero. La domanda infatti deve sempre essere una: è indispensabile? Ovviamente ogni viaggio è a sé e ha mille variabili: fare trekking per un mese nella Terra del Fuoco non è come passare una settimana in spiaggia a Rimini. Ma quelle che vi proponiamo sono linee guida generali, una base utile da cui partire.
Informarsi sul clima della nostra meta
Iniziamo proprio dall’ABC. Il primo passo da fare è capire che tipo di clima e di temperature ci attendono una volta arrivati a destinazione. Inoltre, più tempo si soggiorna, più è facile che il meteo cambi e quindi si deve scegliere con attenzione il vestiario adatto. Viaggiare in estate ovviamente facilita il tutto, bastano pochi indumenti in cotone, un impermeabile e il gioco è fatto.
Meglio uno zaino, e meglio piccolo
Tornando alla citazione di Romagnoli, se abbiamo poco spazio sarà praticamente obbligatorio fare una selezione mirata. Un bagaglio piccolo non ci indurrà in tentazione. Il consiglio è anche quello di scegliere uno zaino al posto di un trolley. Perché portare il peso sulle spalle rispetto a doverlo trascinare ha un impatto decisamente più invasivo sulla nostra schiena, scoraggiando aggiunte superflue.
E soprattutto, teniamo presente che non dobbiamo portare con noi tutto il necessario per far fronte a qualsiasi evenienza, dalla scalata dell’Himalaya alla cena con la regina. E da qui in un attimo si passa al prossimo consiglio.
Comprare quel che serve in loco
In caso di esperienze o situazioni non preventivate si può sempre comprare in loco quello che serve, se serve davvero. L’esempio calzante è quando si visita un Paese più freddo o piovoso del previsto. E con il cambiamento climatico in atto, essere sorpresi ad esempio da forti piogge tropicali in Europa è tutto tranne che una rarità purtroppo. In questi casi, si può comprare un giaccone economico o un impermeabile direttamente sul posto. Lo stesso discorso vale per guanti e cappello. Nei Paesi low cost questo potrebbe anche permettere di spendere meno rispetto a quanto spenderemmo in Italia.
Scelta mirata dei vestiti
Ora entriamo nel vivo. Le regole base per i vestiti sono principalmente due. La prima è scegliere capi fra loro abbinabili, sia a livello di colore sia di stile. Per intenderci, una giacca scozzese non si abbinerà mai con pantaloni a fiorellini. Può frustrare la fantasia di chi ama spaziare coi propri outfit, ma assicura un bagaglio perfettamente equilibrato.
La seconda regola è vestirsi “a cipolla“. Permette di essere preparati in caso di sbalzi termici o cambi di stagione. Quindi, scegliamo maglioni che indossati uno sopra l’altro ci facciano stare comodi senza sembrare l’omino della Michelin, e giacche abbondanti per far fronte ai vari strati. In particolare, una maglia termica offre un’ottima resa: calda e leggerissima.
Una finezza: i capi dovrebbero essere possibilmente multitasking. Ad esempio un pareo può servire da gonna, telo mare, sciarpa e velo se si viaggia in Paesi musulmani.
E riduciamo al minimo i cambi: a meno che ci si trovi nella giungla del Borneo, possiamo portare tutto in lavanderia o andare in una a gettoni self service, per avere i capi lindi e asciutti in breve tempo.
Due paia di scarpe al massimo
L’ideale sarebbe partire con il solo paio che si indossa, ma ovviamente a seconda del tipo di viaggio, della lunghezza e delle esperienze che vogliamo fare, le paia possono facilmente diventare due. Devono essere scarpe già testate e che non ci facciano male ai piedi, altrimenti corriamo il rischio di doverne comprare altre là, e di avere lo stesso male ai piedi. E a prescindere da tutte le variabili, le infradito sono un must in qualunque stagione per evitare ad esempio di camminare a piedi nudi nelle strutture, in piscina o alle terme. E per fortuna occupano davvero poco spazio.
Asciugamano in microfibra
Questo consiglio può fare una differenza notevole. Un grande asciugamano (o peggio ancora un accappatoio) è decisamente ingombrante. Senza contare che durante gli spostamenti, se lo mettiamo umido nello zaino rischia di inumidire il resto dei vestiti. L’asciugamano in microfibra, invece, una volta piegato si può chiudere facilmente in un piccolo sacchetto di plastica.
Libri in versione digitale
È un tasto dolente per chi non vuole rinunciare al fascino della carta stampata. Ma la versione digitale dei libri è una svolta importante, soprattutto per chi legge molto durante le vacanze. Che si tratti di Kindle o e-book, il risultato è lo stesso. Discorso che vale ancora di più per le guide turistiche, spesso molto voluminose. Oggi ad esempio si possono acquistare anche singoli capitoli in formato pdf.
Beauty case: l’essenziale in piccole dosi
Spesso il beauty rappresenta la parte più pesante dello zaino. Il ragionamento di base è che se per un po’ abbandoniamo l’amata routine di skincare, non muore nessuno. Quindi scegliamo un solo tipo di crema adatta per il nostro il viso, senza pensare a giorno/notte/rughe. L’unica davvero indispensabile a seconda del Paese e della stagione è la crema solare, che volendo si può comprare anche in loco. Comodissimo è il doccia-shampoo per prendere due piccioni con una fava. Se parliamo di donne, riduciamo i trucchi al minimo indispensabile.
Anche le medicine possono ingombrare parecchio, quindi non portiamo con noi scatole intere ma solo un certo numero di pillole, bustine eccetera. E selezioniamo i farmaci per le problematiche base, a meno che si soffra di patologie particolari ovviamente. I must sono: trattamento di nevralgie, antipiretico, antidiarroico, antiemetico, antistaminico, antinfiammatorio.
Piccoli contenitori per liquidi
Alla base del consiglio sul beauty case, c’è quello dei contenitori da viaggio. Ormai siamo abituati da anni a portare con noi in aereo solo contenitori per liquidi inferiori a 100 ml. Ma anche gli stessi contenitori possono avere grandezze diverse, è quindi importante scegliere la misura più piccola possibile. Senza contare il fatto che ora anche al supermercato si trova tutto in versione mini, dal deodorante al dentifricio fino alle creme.
Avere un’idea esatta della quantità
Bisogna avere un quadro completo e preciso di quello che portiamo con noi. Quindi quando prepariamo lo zaino, non mettiamo tutto direttamente al suo interno, ma sul letto o il tavolo. Solo in questo modo avremo di fronte a noi la quantità esatta di vestiti, scarpe, device e accessori che vogliamo portare. E capiremo veramente se abbiamo esagerato, non si può negare l’evidenza. Non riduciamoci a farlo all’ultimo minuto, seguire la nostra strategia minimalista per lo zaino perfetto richiede tempo e attenzione. E in caso mancasse qualcosa (tipicamente i contenitori per il beauty case) possiamo comprarla.
Ultimi consigli
– Snellire il portafogli: soprattutto, se andiamo in un altro Paese, è inutile portare con noi le card e le tessere fedeltà di tutti i supermercati e le catene. Basta un documento di identità, la tessera sanitaria, la patente e la carta di credito. Se poi il portafogli è particolarmente voluminoso, conviene prenderne uno nuovo, piccolo ed economico da usare solo in viaggio.
– Lasciare a casa il pc/tablet: questo vale soprattutto per i nomadi digitali in viaggio, che tendono a sentirsi persi senza il proprio pc. A meno che sia strettamente necessario (vedi un progetto lavorativo ancora in stand by), si può fare tutto via smartphone. Anche guardare un film o una serie per chi è dipendente da Netflix.
– Indossare tutto ciò che è ingombrante: parliamo principalmente di giacche e scarpe che nello zaino occupano spazio prezioso. Nel primo caso, facesse troppo caldo si possono sempre legare in vita.