
Il Cairo è un mix a dir poco esplosivo di antico e moderno, un mosaico di contrasti che rispecchia un Paese in crescita e dalla storia millenaria. Dall’antico Egitto all’Impero Romano, dalle dinastie islamiche alla storia moderna, in un mix di grattacieli e suk medievali, moschee e chiese copte, donne col velo e abbigliamento occidentale.


Del resto la capitale egiziana è la più grande metropoli del mondo arabo, e la seconda dell’Africa dopo Lagos. Si estende per oltre 210 chilometri quadri, e conta 10 milioni di abitanti (anche se si stimano 17 milioni). Il territorio include la terraferma e le isole del Nilo: dopo aver abbandonato il deserto, a nord della città il fiume si biforca in due rami che formano il delta del Nilo, la terra più ricca dal punto di vista agricolo dell’Egitto.

Ed è proprio in quest’area che nei secoli ha preso forma Il Cairo. Si divide fondamentalmente fra le due sponde del fiume. A est c’è la parte antica: frutto di uno sviluppo urbanistico incontrollato, è un brulicante labirinto di vicoli. La parte a ovest invece è nata successivamente, incorporando i terreni agricoli vicino al fiume. Costruita sul modello di Parigi a metà del XIX secolo, con ampi viali, giardini pubblici e spazi aperti, oggi ospita palazzi governativi e architetture moderne. Basterà aprire Maps per farsi un’idea della differenza a livello urbanistico delle due parti del Cairo. Parliamo di una città immensa e sovraffollata, ma incredibilmente vitale e dal un fascino irresistibile. Merita di sicuro una visita di più giorni, prima di tuffarsi nel Mar Rosso o fare una crociera sul Nilo. E l’ospitalità dei suoi abitanti invoglia a restare.

Il cuore della città è l’antico Cairo islamico, il quartiere del premio Nobel per la letteratura Naghib Mahfuz, che qui ambientò la sua “Trilogia del Cairo”. Ci troviamo nella parte medievale della metropoli disseminata di moschee, madrase, hammam, tombe, caravanserragli e fortificazioni. Fondata nel X secolo, è stata nominata Patrimonio Unesco per essere una delle più antiche città del mondo islamico.
Imperdibile è Khan El-Khalili, il più importante suk del Cairo. Qui si viene letteralmente trasportati indietro nel tempo in un vecchio bazar arabo. È una delle principali attrazioni turistiche anche per le sue dimensioni, che ne fanno di per sé già un quartiere nel quartiere. Fra i mercati più grandi del Medio Oriente, è secondo solo al Gran Bazar di Istanbul. Risale al 1382, quando l’emiro circasso Jarkaṣ al-Khalili fece costruire un ampio caravanserraglio. Anche oggi come allora è un tripudio di voci, profumi e colori che invadono i vicoletti fra negozi e bancarelle. Si può comprare di tutto dalle spezie ai tessuti, dalle pelli ai gioielli in argento fino ai costumi per la danza del ventre. E preparatevi a lunghe contrattazioni, una tradizione tipica del mondo islamico.
Appena fuori dal bazar c’è lo storico Café Fishawi. È fra i più antichi del Cairo, importante luogo di ritrovo per avventori di ogni ceto sociale fin dai tempi islamici. È doveroso sedersi e sorseggiare il tradizionale tè alla menta, carcadè, caffè turco o fumare una “shisha” aromatizzata alla frutta.
Nel Cairo islamico c’è anche una delle principali attrazioni, e probabilmente il monumento non faraonico più popolare della capitale egiziana: la Cittadella di Salah El-Din. Venne costruita verso la fine del XII secolo per proteggersi dagli invasori stranieri. Per la sua posizione strategica è stata anche la sede principale sia del dominio britannico, sia della monarchia egiziana fino alla metà del 1900.
Somiglia a una tipica fortezza altomedievale con grandi porte, torri e mura difensive. Ospita al suo interno vari musei e tre moschee, tra cui la Moschea Mohamed Ali, che delinea la silhouette della Cittadella. Costruita tra il 1830 e il 1848, ha una cupola che arriva a 52 metri di altezza, e due minareti che superano gli 80 metri. Le pareti interne ed esterne sono rivestite in alabastro.
La Cittadella ospita anche il maestoso Gawhara Palace, dal nome dell’ultima moglie di Mohamed Ali. Di influenza ottomana, costruito nel 1814, fu la sede dell’amministrazione del sovrano e la residenza personale dal leader egiziano. Splendide iscrizioni in oro adornano le pareti.
E per rilassarsi dopo una frenetica giornata fatta di vociare e contrattazioni al Cairo islamico, ci sono i giardini del Parco Al-Azhar. Parliamo di un polmone verde di 30 ettari, un ambiente tranquillo in una delle metropoli più congestionate e inquinate del mondo. Una vera e propria sfida di recupero urbano costato 30 milioni di dollari, visto che l’area è stata per secoli una discarica. Alla base del progetto ci sono gli storici giardini islamici, con un canale d’acqua che conduce a un piccolo lago. Non mancano cascate, alberi di agrumi e giardini all’italiana. Inoltre è stato recentemente scoperto un muro ayyubide risalente a 800 anni fa.


Per fuggire dal trambusto del Cairo c’è anche l’isola di Gezira. Nell’elegante zona residenziale si possono fare piacevoli passeggiate, e ci sono molti ristoranti e caffè. E proprio perché la capitale egiziana ha mille volti, dopo aver visitato suk medievali e antiche moschee si può salire a 187 metri per ammirare la città in tutta la sua grandezza. Parliamo della Torre del Cairo, terminata dal 1961. Per una vista ottimale i momenti migliori sono la tarda mattinata o il tardo pomeriggio.
L’isola ospita anche il Teatro dell’Opera, un punto di riferimento nella cultura egiziana con sale da ballo e da concerto, musei d’arte e di storia. È il posto perfetto per godersi il tramonto.

Ma una visita al Cairo non è completa senza una tappa al Museo Egizio. Dal 1902, nel suo edificio neoclassico nel cuore della metropoli, ospita la più vasta collezione al mondo di antichità faraoniche, dalla preistoria al periodo greco-romano. Ed è il più antico museo archeologico del Medio Oriente. Ci sono capolavori iconici che ripercorrono oltre 5.000 anni di cultura, arti, credenze, tradizioni e vita quotidiana dell’antico Egitto.
La necropoli di Giza
Il Cairo espandendosi sempre più ha incorporato anche centri minori come Imbaba, Eliopoli e Giza. Quest’ultima, sulla sponda occidentale del Nilo appena fuori dalla periferia, richiama visitatori da tutto il mondo. Su un altopiano desertico, poco oltre i palazzi moderni, ospita la necropoli di Menfi (antica capitale dell’Egitto e Patrimonio Unesco) e le Grandi Piramidi.
Parliamo delle piramidi egizie più famose: quella di Chefren, di Menkaure e la più grande del trio, la Piramide di Cheope, l’unica meraviglia del mondo antico a essere sopravvissuta. Visitare questo monumento sepolcrale è un viaggio nel tempo di oltre 4.500 anni. Attraverso gli stretti passaggi si arriva alla tomba di Cheope, il sovrano che commissionò la piramide e che riposa in un sarcofago di granito. A fianco della Piramide c’è il Museo della Barca Solare. Gli antichi egizi seppellivano una barca del sole vicino alla tomba del faraone, in modo che avesse un mezzo di trasporto nell’aldilà. Negli anni ’50, le parti di una barca in legno di cedro furono trovate in cinque pozzi. È stata così restaurata e assemblata con 1.200 pezzi di legno, e da allora è esposta nel museo a lei dedicato.
Altra meraviglia iconica, maestosa, enigmatica e imponente, la Grande Sfinge con la sua testa di uomo e il corpo di leone fa da guardia alla Piramide di Chefren. Nella necropoli ci sono poi le piramidi delle regine, le tombe delle mogli e delle sorelle di Cheope.
Visitare Giza di per sé richiederà un giorno intero, ma aggiungetene un altro se volete fare tappa anche al Grande museo egizio. Dopo vari rinvii, l’apertura è prevista per novembre. Promette infatti di essere il più grande complesso museale archeologico del mondo, con oltre 100.000 reperti tra cui la statua di Ramses II, e la maschera mortuaria dorata di Tutankhamon.
Le necropoli di Saqqāra e Dahshur
Andando ancora più a sud di una decina di chilometri c’è la necropoli di Saqqāra. È il complesso funerario per il re Djoser della terza dinastia, probabilmente la struttura in muratura monumentale più antica del mondo. Ospita diversi complessi funerari, ma a spiccare è la piramide a gradoni di Djoser. Le piastrelle blu della tomba, i geroglifici nella piramide del faraone Pepi I e le Porte dei gatti (Abwab el Qotat) tolgono il fiato.
Infine, a breve distanza da Saqqara c’è la necropoli di Dahshur. La maggiore delle tre piramidi del sito è la Piramide Rossa, costruita per il faraone Snefru, padre di Cheope. È la prima piramide vera e propria che sancisce il passaggio da quella a gradoni. È completamente accessibile, inclusa la camera funeraria. Esplorare i freddi cunicoli all’interno della piramide è consigliabile a chi non soffre gli spazi ristretti.
L’Oasi di Fayyum e la Valle delle balene
E dopo tanto deserto, concludiamo il viaggio scoprendo un piccolo tesoro verde poco distante dal Nilo. A soli 90 chilometri dal Cairo c’è una delle sette oasi egiziane, l’Oasi di Fayyum, che prende il nome dall’omonima città. Nell’antichità il “Fajyum” era un centro di culto dedicato al dio Sobek, associato al coccodrillo del Nilo.
Qui, dove regna un clima mite tutto l’anno, si può godere di una natura incontaminata fatta di laghi e canali, dune di sabbia, palme e valli, animali selvatici fra cui molte specie di uccelli. E non solo: c’è l’unica cascata permanente dell’Egitto, mentre il monte Mudawara a ovest del lago Al Fayyum conta ben 45 milioni di anni.

Sempre nella zona di Fayyum si può visitare Wadi El-Hitan, la Valle delle balene. Parliamo di un vero e proprio museo a cielo aperto, Patrimonio Unesco, che espone rari fossili giganteschi di balene e squali. Come dimostrano questi scheletri intrappolati nella sabbia del deserto, circa 40-50 milioni di anni fa l’area era sommersa dalle acque. A fare da cornice al sito archeologico ci sono montagne, dune e colline. Visitare la valle al tramonto renderà quest’esperienza ancora più indimenticabile.