Giordania: cosa vedere da Petra alle meraviglie naturali

Il Regno Hashemita di Giordania richiama i viaggiatori dalla notte dei tempi, e continua a farli sognare anche oggi. Icona di questo Paese del Medio Oriente è Petra, antica città scolpita nella roccia oltre mille anni fa. Ma, come vedremo, la Giordania ha molto altro da offrire.

The Treasury | Petra © Vittoria Amati

Dai profondi canyon alle cascate mozzafiato, dai deserti surreali a un mare cristallino, è una terra di contrasti che sanno incantare. Da scoprire possibilmente in accampamenti beduini sotto le stelle, nuotando fra i pesci o facendo trekking in paesaggi lunari. E nonostante la mole di turisti, l’autenticità di questo Paese resta immutata.

La Giordania moderna è stata fondata dal re Abdullah I dopo la prima guerra mondiale, e nei decenni è diventata una nazione che gode di pace, stabilità e crescita economica. E nonostante si trovi in una delle zone più calde del mondo (confina con Siria, Iraq, Arabia Saudita, Israele e Palestina) è un’oasi di calma aperta al turismo. E ha fatto dell’ospitalità il biglietto da visita.

Oleandri fioriti nei greti dei torrenti in secca d’estate | Giordania © Vittoria Amati

Grazie alla sua posizione strategica, la Giordania è sempre stata un importante tramite per il commercio collegando Oriente e Occidente, un crocevia che ha messo in comunicazione Asia, Africa ed Europa. Tutto questo l’ha resa una terra ricca di storia, culla di alcuni dei primi insediamenti della civiltà, che custodisce tesori di incredibile valore.

La Giordania è una meta adatta a tutti, sia per i viaggiatori zaino in spalla, sia chi cerca un servizio a cinque stelle.

Formazioni rocciose | Petra © Vittoria Amati
Petra

Iniziamo ora un tour alla scoperta principalmente delle sue bellezze naturali. Prima però facciamo tappa a Petra, imprescindibile in un viaggio in Giordania. Patrimonio Unesco, annoverata fra le Sette Nuove Meraviglie del Mondo, è un’antica città a dir poco strabiliante diventata sito archeologico. Dimenticata per secoli, è stata riscoperta nel 1812 da un orientalista svizzero.

Panorama sulla valle di Petra © Vittoria Amati

Petra si trova nel sud del Paese a circa 250 chilometri dalla capitale, Amman, in un bacino fra le montagne. A darle splendore furono principalmente i Nabatei, popolo nomade arabo che si stabilì nel Paese oltre 2.000 anni fa. Abitata anche dagli Edomiti e dai Romani, ha saputo unire magnificamente le conoscenze e l’abilità delle varie civiltà.

Ingresso a un’antica abitazione Nabatea | Petra  © Vittoria Amati

Ammirata per la sua cultura, l’architettura possente e l’ingegnoso complesso di dighe e canali scavati nella roccia, ha accolto carovane cariche di incenso, sete, spezie e altri prodotti.

Corano per la preghiera dentro una caverna Nabatea usata dai beduini | Petra © Vittoria Amati
Il Wadi Rum

Nel sud della Giordania abbiamo un altro tesoro Patrimonio Unesco, questa volta forgiato non dall’uomo ma dalla natura: il Wadi Rum. Parliamo di una valle desertica dalle splendide formazioni rocciose color rosso che si stagliano contro l’azzurro del cielo. T.E. Lawrence, il famoso Lawrence d’Arabia, lo ha immortalato in tre parole, “vasto, echeggiante e divino”. Chiamato anche “Valle della Luna”, per il suo paesaggio surreale è stato scelto come location per il film “Dune” di Denis Villenueve. Si tratta del più vasto “wadi” del Paese (letto di un torrente, una sorta di canyon), il cui suolo è stato scolpito da un fiume nel corso dei millenni.

Deserto di Wadi Rum | Aqaba © Vittoria Amati

In questa spettacolare area selvaggia si possono esplorare gole profonde e pozzi d’acqua, ammirare disegni rupestri risalenti a 4.000 anni fa. E un labirinto di monoliti di roccia che arrivano a 1.750 metri di altezza offre esperienze uniche agli scalatori più esperti.

Il Wadi Rum può essere raggiunto in una settimana con un trekking da Petra di circa 125 chilometri. Percorre uno dei tratti più lunghi e selvaggi del Jordan Trail, sentiero escursionistico che collega il Paese da nord a sud per oltre 675 chilometri, toccando 75 tra villaggi e città. Camminare in questa distesa sconfinata permette di godere la pace assoluta e il silenzio che solo il deserto sa dare. E di stupirsi trovando inaspettati frutteti nel mezzo del nulla, irrigati dalla tecnologia moderna. Tra profondi wadi e pianure sabbiose, si arriva infine al villaggio di Wadi Rum, che offre un assaggio della vita delle tribù nomadi beduine.

Pastore sul bordo di una strada panoramica © Vittoria Amati

È possibile ammirare il Wadi Rum in tutta la sua infinita bellezza anche in mongolfiera da 600 metri dal suolo. O esplorarlo in modo più convenzionale in groppa a un cammello o su un fuoristrada. Di sicuro, il modo migliore per assaporare l’essenza del deserto giordano sarebbe pernottare in una tenda beduina, gustando un pasto tradizionale attorno a un falò con la musica araba in sottofondo.

Preparazione per la notte nel deserto di Wadi Rum | Aqaba © Vittoria Amati
Il Mar Rosso e il Golfo di Aqaba

Sempre per gli amanti del trekking c’è un altro percorso di 75 chilometri che parte dal villaggio di Wadi Rum. Destinazione finale: le calde acque del Mar Rosso e il Golfo di Aqaba, con le montagne del Sinai a fare da sfondo.

Si passa sotto le imponenti pareti rocciose dei monti Jabal Rum e Jabal Um Ishrin attraverso il deserto. Si raggiungono le scogliere di Jabal Khazali, Jabal Qattar, e si prosegue fra le montagne di arenaria con scorci spettacolari. Si cammina lungo i vecchi sentieri dei pastori, puntando verso ovest attraverso i wadi e le montagne di granito dalle venature di basalto, che cambiano costantemente colore durante la giornata. Superato l’ultimo passo, si scorge la distesa azzurra del Mar Rosso.

Obeid, guida beduina nel deserto di Wadi Rum | Aqaba © Vittoria Amati

Il Golfo di Aqaba, fra la penisola del Sinai e quella araba, è il braccio nord-orientale del Mar Rosso lungo 180 chilometri e largo 25. Rinomato per le sue acque incredibilmente cristalline a la fauna marina, possiede l’ecosistema della barriera corallina più settentrionale del pianeta. La Giordania ne condivide il litorale con Egitto, Arabia Saudita e Israele.

La temperatura media dell’acqua di 23°C, insieme a correnti marine miti e all’assenza di tempeste, ha creato l’ambiente ideale per i coralli. Grazie ai suoi livelli di salinità si sono sviluppate numerose altre forme di vita: qui si contano infatti 110 specie di coralli molli, e 120 di coralli duri. Le scogliere che costeggiano il golfo ospitano poi oltre 1.000 specie di pesci, coralli, crostacei e mammiferi. Non mancano nemmeno le tartarughe marine, i delfini, i lamantini e gli squali balena. Particolarmente apprezzato dagli amanti dello snorkeling per le sue basse profondità è il Sito di immersione del Giardino giapponese.

Deserto | Giordania © Vittoria Amati

Per chi invece è appassionato di birdwatching, in autunno o in primavera imperdibile è l’Osservatorio per gli uccelli di Aqaba. Situato nella foresta di Al Salam, è un paradiso per ammirare gli uccelli migratori. La Giordania infatti si trova in una posizione strategica, lungo la seconda rotta più importante del mondo per la migrazione. E ogni anno uccelli selvatici si riversano dall’Europa, dall’Asia e dall’Africa ad Aqaba, dove una stazione appositamente creata è pronta ad accoglierli per una sosta. L’osservatorio, gestito dalla Royal Society for the Conservation of Nature (www.rscn.org.jo), si estende su un’area di 0,5 chilometri quadrati. Con le sue acque, gli alberi e gli spazi verdi invoglia gli uccelli a riposarsi. E Aqaba è particolarmente attraente perché è l’ultimo punto di sosta prima di entrare nel deserto del Sinai. Negli ultimi dieci anni l’osservatorio ha contato oltre 270 specie.

C’è poi la Riserva biosfera di Dana e Feynan, identificata da Birdlife International come Area Importante per gli Uccelli (IBA). Qui si è totalmente immersi nella natura fra la quiete delle montagne. È possibile soggiornare dormendo sotto le stelle, godersi l’aria salubre, o fare escursioni sperando di avvistare la fauna endemica del territorio.

Costa del Mar Morto © Vittoria Amati
Il Mar Morto

Dal Mar Rosso passiamo a un altro mare, ma dallo scenario totalmente diverso, il Mar Morto, che si trova nella depressione più profonda del pianeta. È famoso per le sue acque calde, calmanti e con una concentrazione di salinità fino a dieci volte superiore rispetto alla norma. Questa caratteristica, combinata con la presenza di minerali, l’irraggiamento solare e una posizione di 400 metri sotto il livello del mare, permette di galleggiare senza sforzo. Tutto ciò era ben noto già nell’antichità a Greci, Romani e non solo, attirando visitatori come il re Erode il Grande e Cleopatra.

Formazioni saline nel Mar Morto © Vittoria Amati

Nel Mar Morto si può poi godere delle sorgenti termominerali, e delle proprietà stimolanti del fango nero sul litorale. Rimanendo a galla sulla schiena, si assorbono i benefici delle acque ricche di sali di cloruro di magnesio, sodio, potassio e bromo. Importanti sono i vantaggi terapeutici soprattutto a livello di circolazione, artrite, allergie e di rivitalizzazione della pelle.

Costa | Mar Morto © Vittoria Amati

Vicino al Mar Morto, in una splendida oasi nel deserto a oltre 260 metri sotto il livello del mare, ci sono le Sorgenti Termali di Ma’in. Le 109 sorgenti calde e fredde della valle sono alimentate da cascate ipertermali, dalle acque ricche di minerali formatesi sugli altipiani grazie alle piogge invernali. Prima di gettarsi nel fiume Zarqa, le acque si riscaldano fino a 63°C scorrendo lungo la valle attraverso fenditure laviche sotterranee.

Infine, vicino alla costa orientale del Mar Morto c’è la Riserva della biosfera di Mujib. È la riserva naturale più bassa del mondo, con una spettacolare varietà di paesaggi. Si trova infatti all’interno della profonda gola di Wadi Mujib, che si tuffa in acqua a 410 metri sotto il livello del mare. Si estende fino ai monti Karak a nord e Madaba a sud, raggiungendo in alcuni punti i 900 metri di altezza. Ben 1.300 metri di dislivello quindi che, insieme a un flusso d’acqua proveniente tutto l’anno dagli affluenti, creano l’habitat ideale per una ricca biodiversità. Sono state registrate oltre 300 specie di piante, 10 specie di carnivori e numerose specie di uccelli stanziali e migratori. Inoltre, in alcune zone montane e nelle valli più remote vivono rare specie di felini, capre e altri animali di montagna.

Wadi Rum © Vittoria Amati

Tenete presente che il Wadi Mujib, così come i canyon in tutta la Giordania, sono chiusi durante i mesi invernali. Da novembre a febbraio infatti fa decisamente freddo, con giornate nuvolose, pioggia e talvolta persino neve e grandine. La primavera e l’autunno sono quindi i periodi migliori per visitare il Paese. Il Mar Rosso invece è un caso a sé, con un clima mite tutto l’anno.

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