Cosa vedere a Cadice e le città dell’Andalusia

Atmosfera arabeggiante, fiori coloratissimi, flamenco: quando si pensa all’Andalusia, sono queste le prime cose che vengono in mente. Siamo nella parte più meridionale della Spagna, vicino al confine col Portogallo. Parliamo di una delle comunità autonome più turistiche del Paese. E le ragioni sono ben chiare: una natura che va dalle spiagge della Costa del Sol alle piste della Sierra Nevada, una lunga dominazione islamica che ha lasciato tracce di incredibile bellezza, e città che trasudano cultura. Noi vogliamo consigliarvi proprio le città imperdibili, partendo dalla nostra preferita: Cadice.

Cadice

Adagiata su una penisola bagnata dall’Atlantico nella Costa della Luz, Cadice è stata fondata dai Fenici 3.000 anni fa, ed è probabilmente la città più antica del mondo occidentale.

Dedita al commercio da tempo immemore, è una città fortificata con baluardi difensivi, castelli e torri che ancora oggi ne disegnano la fisionomia. Attraversando la Puerta de Tierra si abbandona la Cadice moderna con ampi viali, spiagge e club nautici, per inoltrarsi nei suoi quartieri storici. Il più antico è El Pópulo, il borgo medievale a cui si accede attraverso tre archi del 1200: l’Arco del Pópulo, de la Rosa e de los Blancos. Molto caratteristici sono anche La Viña, quartiere di pescatori e “chirigotero” per eccellenza (da “chirigotes”, i canti popolari locali del periodo carnevalesco), e Santa María, la mecca cittadina del flamenco.

Sul lungomare s’innalza la Cattedrale, il monumento più famoso della città. Nel secolo che ci è voluto per realizzarla, ha unito stile barocco e neoclassico. A renderla unica, la spettacolare cupola di “azulejos” (piastrelle smaltate) color oro. Di fianco alla chiesa c’è il Teatro Romano. Da visitare anche Plaza de San Juan de Dios, che ospita il Municipio in stile neoclassico.

Passeggiando scoprirete una vivace città costellata di piazze e piazzette. Intorno a Plaza de las Flores ci sono le strade più commerciali e il Mercato Centrale. A breve distanza c’è uno dei luoghi più emblematici di Cadice, la Torre Tavira, voluta dagli antichi commercianti per controllare l’arrivo delle imbarcazioni. Salite gli oltre 170 gradini, vi ricompenserà una delle viste più belle sulla città. Vicino si trova anche l’Oratorio di San Felipe Neri, Monumento Nazionale dove nel 1812 è stata scritta la prima Costituzione spagnola. In Plaza de Mina potrete visitare il Museo di Cadice, dedicato ad archeologia, belle arti ed etnografia.

Ma per vivere appieno la città, fate una passeggiata lungo il molo ammirando la cupola della cattedrale, e ancora nei viali alberati del Parco Genovés, la più grande zona verde del centro storico. Percorrendo il litorale si arriva al Castello di Santa Catalina, il fortino più antico di Cadice, da cui lo sguardo spazia sull’Atlantico. Il castello è all’estremità della spiaggia di La Caleta, chiusa all’estremità opposta dal Castello di San Sebastián: si trova su un isolotto, e può essere raggiunto a piedi attraverso una lunga passerella in pietra.

Per chi invece vuole un’immersione totale nel verde, a una sessantina di chilometri c’è il Parco Nazionale di Doñana, Patrimonio Unesco. È una delle zone umide più importanti d’Europa, con ecosistemi fra loro molto diversi come paludi, lagune, pinete, dune mobili, scogliere e una trentina di chilometri di spiagge vergini. Si trova tra le province andaluse di Cadice, Huelva e Siviglia, la nostra prossima tappa.

Siviglia

Situata nelle fertili pianure del fiume Guadalquivir che l’attraversa, Siviglia è il capoluogo dell’Andalusia, di cui mostra l’anima più autentica.

Il cuore nevralgico è la Cattedrale, costruita dove sorgeva la Moschea Grande, trasformata in chiesa cristiana nel 1248 durante la “Reconquista” (il periodo delle guerre combattute dai regni cristiani della Penisola Iberica contro la dominazione araba). Il minareto che ha conservato, chiamato la Giralda, è uno dei simboli della città.

Imperdibile anche il Real Alcázar, palazzo annoverato fra i massimi esempi dell’architettura “mudejar” (in senso generico, l’arte ispano-araba dei musulmani rimasti fedeli alla loro religione dopo la “Reconquista”). Per non parlare della maestosità dei giardini.

Un altro must è l’enorme Plaza de España all’interno del Parque de María Luisa. Dalla forma semicircolare e dominata da due torri che fanno da cornice all’edificio centrale, è stata costruita a fine anni Venti mescolando stile rinascimentale ed elementi tipici locali.

Totalmente moderno è invece il Metropol Parasol, chiamato “Las Setas“. È una struttura in legno alta 26 metri, composta da sei grandi parasole a forma di fungo che offrono viste memorabili su Siviglia. Nel sotterraneo ospita l’Antiquarium, con resti archeologici di epoca romana.

Per scoprire l’atmosfera più autentica della città, andate per “tapas”, il tipico aperitivo spagnolo in cui si assaggia un’infinità di delizie in piccole quantità. Le zone da segnare sono Alameda, Macarena, Nervión, Los Remedios o Triana. E ovviamente dovete vedere gli spettacoli di flamenco, Patrimonio Unesco, organizzati da “tablaos” (locali di flamenco) e “peñas”(associazioni) nei quartieri di Triana, Arenal e Santa Cruz.

Siviglia è famosa anche per le sue ricorrenze tradizionali, in primis la “Semana Santa” celebrata fin dal 1500. Dalla Domenica delle Palme fino a Pasqua, conta decine di processioni dalla sera a notte fonda. Di tutt’altro tipo è la Feira de Abril (quest’anno dal 23 al 29 aprile). Nata nel 1800 come fiera del bestiame, è andata ben oltre: per una settimana la gente si riversa per le strade con abiti tradizionali andalusi, e vengono installate oltre mille “casetas” per stare insieme e divertirsi fino all’alba.

Cordova

Già solo la “Mezquita”, la Moschea nel pieno centro storico convertita in cattedrale, varrebbe il viaggio a Cordova. Fu l’emiro Abderrahman I che ne ordinò la costruzione nel 785 sui resti della chiesa visigota di San Vicente. Il mix di stili architettonici sovrapposti si deve ai nove secoli di costruzione e ristrutturazione. Detto questo, è universalmente nota come uno dei massimi esempi di arte musulmana. Il fiore all’occhiello della moschea è il “mihrab”, la nicchia che indica la direzione verso la Mecca. E tanta bellezza non deve stupire: nominata capitale della Spagna islamica nel 756, Cordova visse un periodo di grande splendore fino a diventare, nel X secolo, uno dei centri più importanti d’Europa.

Il nucleo antico Patrimonio Unesco, di impronta araba, conserva ancora i caratteri originali col suo dedalo di vicoli, piccole piazze e case basse con incantevoli cortili interni, i famosi “patios” pieni di fiori e piante rampicanti. La primavera, e maggio in particolare, è il periodo migliore per visitarli proprio per la fioritura. È sono molto amati a Cordova, visto che ogni maggio si tiene il Festival dei Cortili, in cui i proprietari che partecipano al concorso aprono le porte dei loro “patios”. Per le strade intanto regnano gli spettacoli di flamenco. Alcuni cortili sono visitabili gratuitamente tutto l’anno. Altrimenti imperdibile è Palazzo Viana, oggi museo, una dimora gentilizia costruita attorno a dodici “patios” fioriti.

Ma Cordova è anche nota per il suo incredibile mix culturale: oltre alla Moschea-Cattedrale, le attrazioni principali sono l’Alcázar dei Re Cristiani, la Sinagoga e il Ponte Romano sul fiume Guadalquivir, splendida testimonianza di un periodo di convivenza fra cultura cristiana, islamica ed ebraica. Al termine del ponte, che dovrebbe risalire all’epoca di Augusto, c’è la Torre de la Calahorra, antica fortezza musulmana. Al suo interno ospita il Museo vivo di al-Andalus, che ripercorre il periodo di splendore culturale, artistico e scientifico vissuto da Cordova tra il IX e il XIII secolo. Da non perdere anche la Medina Azahara, l’antica città del Califfato Patrimonio Unesco.

Granada

Ai piedi della Sierra Nevada, tra i fiumi Darro e Genil, c’è Granada, una delle destinazioni più affascinante dell’Andalusia orientale. È stata l’ultima città riconquistata dai Re Cattolici nel 1492, motivo per cui ha mantenuto la sua ammaliante atmosfera araba. A questo si aggiungono chicche dell’architettura rinascimentale. Il massimo esempio è la Cattedrale, iniziata nel 1523 e terminata due secoli dopo. Adiacente c’è la Cappella Reale coi sepolcri dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella.

Granada fu un importante centro culturale sia durante la dominazione musulmana che dopo. Oggi può contare sull’organizzazione di numerosi eventi come festival di cinema, musica, teatro e mostre. Non scordiamoci fra l’altro che qui è nato uno dei più importanti poeti spagnoli, Federico García Lorca.

Simbolo della città è l’Alhambra, splendida città fortezza araba del 1200-1300 che domina la città da una collina. Principale centro politico e aristocratico dell’occidente musulmano, è formato da cortili e giardini di grande bellezza, con fontane ed edifici in stile nasride (dalla dinastia di sultani Nasridi). L’edificio più antico è l’Alcazaba, mentre fra le perle più preziose spiccano la torre della Vela, dalla quale si gode una delle viste più belle dell’Alhambra, e il cortile dei Leoni. In estate, i viali alberati offrono un piacevole refrigerio dal sole cocente.

Poco distante c’è Generalife, la residenza di campagna del sultano risalente al 1300. Conserva l’orto per l’approvvigionamento e la zona di svago della nobiltà. È noto anche per la bellezza dei suoi giardini, in parte dovuta alla deviazione del corso del fiume Darro. Per accedere al palazzo passerete per lo splendido Cortile dell’Acequia.

L’Alhambra e il Generalife sono Patrimonio Unesco insieme all’Albaicín. È uno dei quartieri più antichi di Granada, e sorge su una collina di fronte all’Alhambra, da cui è separato dal fiume. E permette di fare un tuffo nel passato grazie ai suoi vicoli, cortili con alberi e fiori, terrazze, cisterne e fontane pubbliche della dominazione medievale dei Mori.

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