Pasqua nel Mediterraneo tra fede e folklore

Fede, spiritualità e tradizioni popolari formano un connubio molto potente durante la Settimana Santa. Nei giorni in cui il cristianesimo celebra gli eventi legati agli ultimi giorni di Gesù dalla Passione alla resurrezione, si crea un’atmosfera di religiosità molto coinvolgente. Ma non solo: per commemorare la morte di Cristo, alla devozione si uniscono arte, colori e musica. Ci sono riti che si tramandano da secoli a cui la comunità è molto legata. E dalla città al piccolo paesino sperduto, le usanze possono essere uniche nel loro genere. Vi proponiamo alcune mete del Mediterraneo in cui la Settimana Santa diventa un vero e proprio spettacolo. A cominciare dalla nostra Sicilia.

Sicilia

Praticamente ovunque si rivive la Passione di Cristo. Ogni località ha i propri riti, con rappresentazioni in cui divino e umano, sacro e profano si incontrano in una spasmodica ricerca di vita e felicità. Fra le celebrazioni più suggestive dell’isola, quella di Trapani ha un posto speciale, con tradizioni che risalgono alla dominazione spagnola. Tutto ha inizio il martedì con la processione del quadro della Madre Pietà dei Massari, che il giorno dopo incontra quello della  . Il giovedì vengono allestiti nelle chiese i “sepolcri”, altari che rievocano l’Ultima Cena addobbati con ex voto in oro, argento e corallo. Ma il momento più sentito è la Processione dei Misteri del venerdì: diciotto gruppi di statue rievocano episodi della Passione di Cristo, seguiti dai simulacri di Gesù nell’urna e dell’Addolorata. Portati a spalla, sfilano dal primo pomeriggio fino alla mattina del sabato.

Per vedere un’altra Settimana Santa spettacolare bisogna andare a Enna, nel cuore della Sicilia. I riti iniziano la Domenica delle Palme e terminano la Domenica in Albis, una settimana dopo Pasqua. Ben 15 confraternite si recano al Duomo, ognuna nel giorno e l’ora stabilita, per l’adorazione eucaristica. Ma è il Venerdì Santo che 2.500 confrati incappucciati sfilano per la città illuminata dalle fiaccole, insieme all’amministrazione comunale e al clero. Nelle chiese sedi delle confraternite vengono preparati i “Misteri”, gli oggetti da portare in processione. L’ultima cerimonia è la “Spartenza” (separazione) della Domenica in Albis, in cui le confraternite del Collegio del SS Salvatore e di San Giuseppe riportano i rispettivi fercoli (le portantine per trasportare i simulacri dei santi) nelle chiese di appartenenza.

Andiamo ora nel Nord della Sicilia dove a San Fratello, in provincia di Messina, si tiene la festa dei Giudei, arrivata ai giorni nostri dal Medioevo. Inizia all’alba del mercoledì e termina la sera del venerdì. I partecipanti indossano giubba e calzoni rossi, adornati ai lati da strisce di stoffa colorata. La testa è coperta da un cappuccio, anch’esso rosso, mentre da una maschera grottesca, con due lunghe sopracciglia e una grande bocca, pende una  lingua in pelle. Calzano scarpe in cuoio grezzo, o “scarpe di pelo”. In mano tengono le immancabili trombette, e per tre giorni creano scompiglio per il paese: corrono, gridano, saltano e si arrampicano sui muri disturbando le celebrazioni religiose.

Ballo dei Diavoli | Prizzi | Palermo | © regulatschumi.ch

Infine a Prizzi, in provincia di Palermo, imperdibile è “U Ballu di diavuli“. Probabilmente di origini medievali, mantiene delle influenze pagane. Tutto ruota intorno al trionfo della vita e alla rinascita della natura con l’avvento della primavera. Dalla mattina di Pasqua, diavoli mascherati in rosso e la morte vestita di giallo ocra fanno scherzi ai passanti, che vengono lasciati in pace solo in cambio di un obolo (soldi o dolci). Ma è nel pomeriggio che si raggiunge l’apice col ballo dei diavoli nella piazza principale: con precise movenze ritmiche, i diavoli cercano di impedire l’incontro fra le statue del Cristo e della Madonna, scortate dagli angeli. Questi ultimi li sconfiggono, facendo trionfare il bene sul male.

Spagna

Anche in Spagna la Settimana Santa è vissuta con grande intensità. Ogni zona del Paese la festeggia in modo diverso, ma ovunque le strade brulicano di vita. Sia di giorno che di notte, per le vie i protagonisti sono i tamburi, i fiori e le sculture religiose. Fra le più famose ci sono quelle della Madonna sotto il baldacchino a Siviglia, immagini sormontate da corone d’argento e d’oro, coperte da mantelli ricamati e tuniche di velluto. Del resto la “Semana Santa” della città andalusa richiama turisti da tutto il mondo, con processioni che si tengono ogni giorno fino a notte fonda. La tradizione risale al 1500: migliaia di persone si travestono da nazareni, mentre i “costaleros”, i portatori, trasportano a spalla i pasos“, le immagini religiose. Le “saetas“, motivi flamenchi che la gente canta a cappella dai balconi, fanno da sottofondo ad alcuni dei momenti più suggestivi. All’alba del Venerdì Santo vengono portate in processione le statue più venerate: il Jesús del Gran Poder, la Macarena, la Esperanza de Triana e il Cristo de los Gitanos.

Sempre nel Sud della Spagna, un’usanza molto caratteristica è la “tamboradadi Hellín, località nella provincia di Albacete. Oltre 20.000 tamburi fanno un gran frastuono per vari giorni, raggiungendo il culmine il Giovedì Santo. Il venerdì invece si passa a un’atmosfera raccolta e silenziosa, con la processione del Santo Entierro e l’immagine del Cristo morto che sfila per le strade. Un’ultima “tamborada”, che inizia la notte del sabato e termina domenica sera, pone fine alle celebrazioni insieme alla liberazione delle colombe.

Molto suggestiva è la “Semana Santa” di Cuenca, nel centro della Spagna. La sua posizione gioca un ruolo strategico: parliamo di una località Patrimonio Unesco, abbarbicata fra le pareti rocciose, con le case che sporgono sulla gola del fiume Huécar. Lungo le ripide strade acciottolate si tengono nove processioni. Quella del Cammino del Calvario è una delle più attese: all’alba del Venerdì Santo la statua di Gesù viene preceduta dalle “turbas“, una folla di migliaia di persone che cammina accompagnata da trombe e tamburi. L’usanza è iniziata nel 1600 con la nascita delle prime confraternite. In contemporanea con la Semana Santa, si tiene la Settimana della Musica Religiosa, a cui partecipano importanti orchestre e interpreti di fama internazionale.

Settimana Santa | Malaga

Andiamo ora nel nord della Spagna, a León, dove antiche immagini realizzate da artisti barocchi sfilano per la città. Per dieci giorni le confraternite, vestite con abiti tradizionali, organizzano una trentina di processioni, canti lirici, concerti e discorsi celebrativi. Il tutto in un crescendo di eventi che va dall’uscita della Virgen del Camino alla liberazione delle colombe a Pasqua. Fra i momenti più attesi ci sono la processione del Cristo de las Injurias, in cui viene ripercorsa la Passione, la Ronda e la Processione dei “Pasos”. Fra campane, clarinetti e tamburi, i confratelli annunciano per tutta la notte del Giovedì Santo l’uscita del corteo, che avviene il mattino del venerdì insieme a 13 immagini. Il culmine si ha con l’incontro fra le immagini della Madonna Addolorata e di San Giovanni.

Grecia

Se fino a ora abbiamo visto le celebrazioni in Paesi di fede cattolica come l’Italia e la Spagna, ora passiamo alla fede ortodossa. In questo caso la Pasqua cade in una data diversa, perché il calcolo è effettuato sulla base del calendario giuliano (quest’anno è il 16 aprile). In Grecia la Pasqua, che porta il messaggio della vittoria della vita sulla morte, ha un legame molto stretto con l’arrivo della primavera, momento di rinascita. Durante la Settimana Santa le icone della chiesa, i supporti e i lampadari sono decorati con nastri neri e viola, in segno di lutto. Quest’atmosfera di dolore termina la mattina del sabato, quando si passa ai colori bianco e rosso. Durante la messa di mezzanotte a Pasqua, non appena il sacerdote canta “Christos Anesti” (Cristo è risorto) si festeggia coi fuochi d’artificio.

Incredibilmente suggestiva in Grecia è la Meteora, un luogo molto importante per la Chiesa ortodossa. Secoli fa, in cima a spettacolari falesie di arenaria, con incredibile fatica sono stati costruiti una trentina di monasteri. A oggi, solo sei sono ancora attivi. I primi asceti sono arrivati nell’XI secolo, ma Meteora è fiorita come centro monastico tra il XIII e il XIV. Oggi è seconda per importanza solo al Monte Athos. Un tempo Meteora si raggiungeva arrampicandosi sulle rocce, mentre ora si possono salire i gradini scolpiti nella pietra. La spiritualità e la grandezza della natura creano un connubio di incredibile bellezza, soprattutto durante la Settimana Santa. In quei giorni, il tempo sembra essersi fermato. In particolare, molto coinvolgente è la messa dell’Ultima Cena e della Passione che si tiene il giovedì al monastero di Varlaam. Il venerdì si decorano gli epitaffi, sontuosi veli eucaristici usati nel mondo bizantino, che in genere rappresentano Cristo morto e disteso fra due angeli. Il profumo dell’incenso e dei lillà riempie l’aria. Alla mezzanotte del sabato, quando viene annunciata la resurrezione, le porte dei monasteri si aprono ai fedeli.

Molto tradizionale è un’usanza che si tiene la Domenica di Pasqua e nei giorni successivi nella vicina città di Kalabaka. È la “paschalogiorta” (festività pasquali): vengono preparati piatti tipici come l’agnello, le “ppasaliáres”, torte con farina di mais e cotte in pentole di terracotta, e “basiordí”, specialità con carne di maiale, il tutto accompagnato dal buon vino.

Un’altra meta greca nota per la Settimana Santa è l’isola di Corfù, nel Mar Ionio al confine con l’Albania. Qui si conservano usanze sia ortodosse che cattoliche. Dopo la messa mattutina del sabato, detta “proti Anastasi” (prima resurrezione), un lungo telo rosso viene appeso ai balconi e ai davanzali delle case. Mentre camminano lungo le “kantounia”, le strade della città vecchia, le bande suonano allegre melodie e marce pasquali. Ed è qui che si tiene un rito molto particolare: la gente del posto lancia dalle finestre i “botides”, brocche di argilla decorate con nastri rossi. Questa tradizione è famosa come la “Guerra delle brocche“, riempite d’acqua per fare ancora più rumore quando si frantumano a terra. Tenetevi a distanza di sicurezza, e poi portatene a casa un coccio, è di buon auspicio.

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