Clima estremo: che non diventi un’abitudine

Ci aspettano estati italiane a tinte sempre più forti. Il rosso intenso delle ondate di calore e dei roghi, il nero e l’argento freddo dei nubifragi, il blu scuro delle mareggiate. Un bizzarro arcobaleno che si è manifestato nel nostro paese anche tra giugno e agosto 2023, e che secondo il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente “Clima estivo estremo in un clima che cambia: l’Europa è pronta?” diventerà una consuetudine a cui adattarsi. E nella valigia delle vacanze italiane, una nuova tasca per il kit d’emergenza.

Incendi nella provincia di Reggio Calabria | © lacnews24.it

Mediterraneo, da culla della civiltà a quartier generale del clima estremo: secondo l’IPCC – Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico, a causa dell’incalzante frequenza di anticicloni nordafricani ormai l’Europa sud orientale è sempre più esposta a ondate di calore, incendi boschivi, scioglimento dei ghiacciai, desertificazione. Con impatto sempre più evidente su ecosistemi, produttività, abitudini.

Tra acqua e fuoco

Una vacanza stressante per il territorio italiano, quella targata 2023. Ospiti inattesi: a luglio l’anticiclone Cerbero, a inizio agosto il ciclone Circe. Al Nord nubifragi e temperature da maniche lunghe. A Milano vietato sostare sotto gli alberi nei parchi già devastati dalle raffiche di vento che ovunque in Lombardia, ma anche Veneto ed Emilia Romagna, hanno scoperchiato tetti e compromesso il traffico cittadino su strada e su ferrovia.

L’anticiclone Nord-Africano che attanaglia l’Italia

 

In Trentino i temporali hanno ingrossato i fiumi e provocato smottamenti, mentre in Friuli Venezia Giulia in alcuni paesi scorrevano torrenti gonfi di grandine. Temporali e trombe d’aria anche al centro sud, con mareggiate che in assenza delle barriere frangiflutti hanno mangiato le spiagge e danneggiato alcuni stabilimenti. Un’Italia da codice rosso che ancora una volta si fa trovare nuda, senza protezione e soprattutto senza una risposta adeguata.

Parco archeologico di Segesta lambito dalle fiamme | Sicilia 26 luglio 2023 | © Twitter/ @JamesLucasIT

Il fuoco ha spadroneggiato in Abruzzo, Calabria, Sicilia e Sardegna: devastati boschi, campagne, aree di interesse storico come il parco archeologico di Segesta, famiglie sfollate e turisti in fuga. La maggior parte dei roghi sono dolosi, anche se innescati con la complicità dei venti caldi e forti, la siccità dei terreni, e i rifiuti riflettenti come bottiglie di platica e vetro.

Termometro Italia

Il Sud è stato aggredito dall’ondata di calore: e secondo climatologi come Edoardo Bucchignani, ingegnere e responsabile del laboratorio di Meteorologia del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), fra circa 50 anni la temperatura media nel bacino del Mediterraneo potrebbe salire di 7-8 gradi, e regioni europee, Italia inclusa, potrebbero somigliare alle attuali lande aride del Medio Oriente.

Indicazioni fornite da simulazioni numeriche in accordo con le previsioni socio-economiche realizzate dall’IPCC. “Certo questo scenario è uno dei più pessimisti – commenta Bucchignani – e ci auguriamo tutti che non si concretizzerà realmente, ma tutto dipende dalle scelte che prenderanno i decisori politici e da quanto riuscirà ad essere virtuosa l’umanità limitando l’utilizzo dei combustibili fossili in primis.”

E come controbattere a chi ci ricorda che anche nel 1952 ci fu un luglio altrettanto rovente? “Non basta guardare alle singole giornate, ma bisogna esaminare valori medi su periodi abbastanza lunghi, per avere dati statisticamente significativi. – risponde Bucchignani – Mediamente, a livello mondiale, quello del 2023 è stato il luglio più caldo degli ultimi 80 anni. Anche se vogliamo limitarci a considerare solo l’Italia, i valori medi di temperatura mostrano che il luglio di quest’anno è stato da record. Quello del 1952 fu un episodio isolato, mentre invece il luglio 2023 si inserisce in un trend di crescita di temperatura costante ormai da almeno 20 anni.”

Caldo da morire

Un gruppo di scienziati ha presentato su Nature Medicine uno studio sul tasso di mortalità legata al calore. Lo ha pubblicato a luglio di quest’anno, proprio mentre il vecchio continente stava per essere attraversato da Cerberus. E l’Italia risulta lo stato con il maggior numero di lutti correlati al caldo tra gli over 65 con patologie cardiovascolari e respiratorie preesistenti, seguita da Grecia, Spagna e Portogallo. Altri soggetti esposti al colpo di calore: donne in gravidanza, persone socio-economicamente più svantaggiate, con disturbi psichici, dipendenze, non autosufficienti o con ridotta mobilità. E i neonati, che hanno una minore capacità di termoregolazione corporea e possono facilmente disidratarsi, chi fa molta attività fisica o lavora all’aperto. E ancora troppo limitati per queste fasce gli interventi di assistenza in caso di malore, e di prevenzione dei decessi.

Lavoratori nei cantieri all’aperto sotto la canicola | © Ti-Press

In Italia il Ministero della Salute ha divulgato il decalogo anti-caldo che comprende le raccomandazioni ormai note che dovrebbero seguire i cittadini ogni estate, non solo oltre i 30 gradi. Eppure, ci sono alcune regole del benessere estivo che tendiamo ancora a sottovalutare, e che forse andrebbero comunicate con più efficacia: limitare il consumo di bevande zuccherate, caffè e alcolici, cibi grassi e salati, e assumere invece acqua a temperatura ambiente e vegetali di stagione. Meno Spritz e noccioline sotto l’ombrellone. Durante il giorno non uscire senza cappello (in fibra naturale) e una borraccia piena d’acqua.

E l’aria condizionata: basterebbe regolarla a 25-27 gradi per vincere il caldo, ma in ogni ambiente il display non supera i 20. Il ventilatore, questo sconosciuto: perlopiù inefficace perché accelera il movimento dell’aria senza abbassare la temperatura dell’ambiente e del nostro corpo. Caldo chiama caldo. Insistiamo nel far lavorare gli elettrodomestici del freddo a pieno regime, mentre insieme alla colonnina di mercurio sale anche la bolletta dell’elettricità. La Cina è vicina: in una sola giornata di caldo torrido l’aumento della domanda di aria condizionata a Pechino e in molte altre regioni del Paese ha provocato un massimo storico di produzione di energia elettrica. E l’Agenzia Internazionale dell’Energia ci avverte: nel mondo sono in attività due miliardi di condizionatori domestici ed industriali, che ogni giorno consumano molta elettricità e utilizzano gas refrigeranti complici dell’effetto serra.

 

Spostare le lancette del vivere

Il clima estremo, oltre a recare danni alle attività agricole e a tutta la filiera alimentare, obbligherà a modificare i turni di lavoro sia giornalieri (non si potranno raccogliere ortaggi a mezzogiorno, sostare in una serra anche di prima mattina) che stagionali (attività annuali come la vendemmia slitteranno di molti giorni). Saranno sempre più provvisorie le tabelle di marcia di chi lavora nei campi, nei giardini, sull’asfalto, sui campi sportivi.

Dubai Mall | © Alamy

E il tempo libero: il calore estivo potrebbe obbligarci a trascorrere le giornate in ambienti chiusi e climatizzati, come il Dubai Mall con i suoi 1200 negozi, pista da pattinaggio, zoo ed acquario. Mentre potrebbe essere spostata nelle ore serali la fruizione del nostro patrimonio storico-culturale a cielo aperto. Quanto alle vacanze estive, a giugno o settembre non solo per risparmiare ma anche per sfuggire al caldo tropicale, e sempre più in alta quota.

Il climatologo Luca Mercalli nella baita ristrutturata a Borgata Vazon | Alta Val di Susa – Piemonte | © Corriere della Sera

E la montagna, secondo Luca Mercalli, potrebbe diventare la meta della futura migrazione climatica di massa in un’Italia sempre più calda. Il climatologo dal papillon ha scelto di vivere almeno sei mesi l’anno a 1650 metri in una baita ristrutturata a Borgata Vazon, Alta Val di Susa, Piemonte. Lo racconta nel suo libro “Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale. (Einaudi, 2020).

E di un nuovo viaggio della speranza climatica racconta il giornalista Bruno Arpaia nel suo romanzo distopico “Qualcosa là fuori” (Guanda, 2016): un’umanità sfinita dall’aridità che si sposta verso la Scandinavia, una delle poche regioni dal clima mite sul pianeta Terra. “Ritengo che le narrazioni, letterarie, cinematografiche, le stesse serie tv, siano fondamentali per acquisire coscienza della gravità e urgenza del problema. Sono le uniche che possono sconfiggere i “bias”, i pregiudizi cognitivi che tutti noi abbiamo e che ci fanno sottovalutare la portata della crisi climatica.” spiega Arpaia. Intanto, il caldo per molti è ancora un gioco, e nella Death Valley si scattano selfie davanti al monitor che segna 56 gradi.

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2 pensieri su “Clima estremo: che non diventi un’abitudine

  1. Simone dice:

    Ottimo articolo Amelia, una lucida descrizione della drammaticità della attuale situazione climatica.
    Tra le righe si coglie la rassegnazione all’inevitabilità di futuri scenari apocalittici, a causa dell’ evidente impossibilità di ridurre rapidamente l’utilizzo dei combustibili fossili attraverso accordi globali tra chi ci governa.
    Io non sarei così pessimista, grazie ad un “piano b” di cui si inizia timidamente a parlare ma che sarà a mio avviso il “deus ex machina” per spegnere l’incendio che incautamente l’umanità ha appiccato alla casa in cui vive.
    Sto parlando di Solar radiation management (SRM), ovvero quelle tecniche di geoingegneria che agiscono sulla riduzione della radiazione che il sole ci manda in modo da ridurne l’effetto riscaldante. Un esempio: sparare nell’atmosfera polveri o gas così come fanno i vulcani. Sono soluzioni brutali ma sicuramente efficaci, anche se non esenti da rischi. Secondo me andiamo dritti dritti verso il loro utilizzo.
    Se non ne hai già parlato, sarebbe gradito un tuo approfondimento su questo tema.

    • Amelia Vescovi dice:

      Grazie Simone. Spero anche io nella riduzione dei combustibili fossili,insieme alla certezza di una fonte di energia alternativa sicura e pulita. Ho sentito parlare della tecnologia SRM, negli USA stanno investendo molto nella ricerca in proposito. Ho delle perplessità, soprattutto circa i costi e l’impatto ambientale, ma è un argomento che come te vorrei conoscere meglio.

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