È una parola inglese usata per descrivere l’ultimo stadio di vita di una centrale nucleare quando la temperatura per un guasto al raffreddamento, fonde il reattore; anche usata per descrivere un guasto irreparabile all’economia o alla rete internet, o per qualsiasi altra dinamica che presenta la stessa repentina e irreversibile decadenza.
To melt viene da ‘sciogliere’ come la neve che si scioglie al calore del sole e scompare per sempre.
Sono mesi che abbiamo davanti allo sguardo attonito un mondo stravagante, senza coerenza, improvvisamente invecchiato, bolso, senza fiato e senza sprint per affrontare il futuro; una realtà personale e del prossimo disintegrata.. MELTDOWN si addice anche a questa nostra società che sta perdendo i pezzi.
Essendo un’idealista, nata sotto il segno più idealista e utopico dello zodiaco, ho sempre nutrito la speranza che questa società egoista, arrivista, deconcentrata e diciamolo .. assolutamente disinteressata alle questioni ambientali, fosse oplà, per miracolo soppiantata.
La sento scricchiolare sotto il peso delle indecisioni e degli sbagli dei governi eppure è il tonfo finale che vorrei vedere realizzato. Sogno una società di persone che prendono decisioni basate sull’istinto individuale e non perché sono obbligati, consigliati, certificati, impauriti da una dittatura cangiante che va da quella economica a quella sanitaria.
Talcott Parsons, americano, studiato all’università e riletti gli appunti per capire il presente, era un sociologo ‘funzionalista’ il quale paragonava le funzioni della società a quelle del corpo umano.
Un corpo è sano se tutti gli organi funzionano in equilibrio tra loro così come i vari organi della società: educazione, mobilità sociale, benessere sociale, varietà della merce, scelta del posto di lavoro, globalizzazione, funzionano in concerto per mantenerla in equilibrio.
Oggi, cinque dei sei ‘organi’ della società elencati sono disfunzionali, solo la varietà della merce risponde ancora all’appello.
Parsons afferma che il concetto di società è esterno all’individuo ma è attraverso la socializzazione sviluppata nella famiglia, nella scuola, e sul posto di lavoro che s’impara a diventare cittadini contribuendo alla sua esistenza. Ne consegue che l’individuo che non si comporta secondo il diktat della società viene sanzionato.
Eppure oggi il cittadino è sanzionato se vuole vedere la sua famiglia, se socializza, se vuole tornare al lavoro. È sanzionabile il suo comportamento se vuole rispettare tutto quello che mantiene sana la società?
La società è in MELTDOWN per questi paradossi e vuoti di coerenza.
Se vi sentite smarriti e tutto sembra affondare nell’assurdo non siete i soli a pensarlo. Il rovescio della medaglia di questa situazione è che l’individuo può pensare criticamente e uscire fuori dai condizionamenti. Può defilarsi, anche rimanendo cautamente protetto. Esistono mille mondi nei quali entrare e dimenticare la realtà.
