Vorrei una volta tanto sedermi alla scrivania e scrivere una storia che racconta un sogno invece della realtà: raccontare che un progetto è stato chiuso e tutto andrà bene, che il nuovo anno della Tigre porterà abbondanza.. che gli amici non prendono più sul serio i temporali della vita e hanno ricominciato ad allenare il senso dell’umorismo per usarlo a dismisura, e che tutti, nessuno escluso guarda all’estate a venire con passione.
Invece dovrei ricopiare qualche resoconto di gente sopravvissuta ai bombardamenti che ha vissuto nascosta mentre la guerra infuriava sopra la testa, e vedere se ci sono dei punti di aderenza con la nostra situazione odierna.
Vivo o non vivo?
Cosa mi dice che sono viva e cosa invece mi dice che ho perso questa battaglia, mi devo arrendere, rimango a casa.
Ho un sogno, e questo sogno mi ha portato in varie parti del mondo a chiedere quanto costa la terra .. Sogno di poter comprare mille e più ettari di terra con un panorama sconfinato di boschi, prati, ruscelli, e laghi punteggiati da uccelli migratori. Più che mio, questo è il sogno di un tarlo del mio inconscio, che pretende cose sovrumane, al di là della mia portata, sotto pena di trasformarmi per incantesimo in uno zombie. Mi inietta pensieri velenosi di scarsità, di fame, di povertà, di fallimento.
Credo che nel DNA dell’uomo si nasconda qualcosa che collega la terra con bisogni e aspirazioni, dai più elementari .. aria, acqua, sole..raccolto.. legna.. cibo.. a quelli metafisici come..spazio… equilibrio…orizzonte… stelle .. futuro.. eternità..
Penso al mio sogno quando leggo le statistiche sui disagi giovanili, o quando penso alla mia generazione chiusa nel silenzio perché non sa cosa dire considerato che lo spazio naturale in relazione all’essere umano è un concetto ancora da esplorare.
L’argomento ogni tanto viene affrontato e pubblicato da qualche scienziato sui media quando reputano che si sia meritato spazio tra notizie che sono l’esatto contrario, un corteggiare, adulare, premiare senza cervello tutte le dinamiche che portano alla disfatta del nostro habitat naturale.
Lo scienziato dice ‘.. più l’uomo si allontana dalla Natura più soffre psicologicamente’..
Eppure il discorso cade nel vuoto.
Soprattutto quando la confusione nella nostra società è diventata così paralizzante che ci muoviamo senza più direzione come ai piedi di una Babele dove tutti parlano senza comprendersi perché le posizioni si sono divaricate e antagonizzate al punto che rimangono solo brandelli di discorsi intrisi di rabbia e odio per gli altri. Come pezzi di carne sfilacciata in bocca a una iena, che colano sangue della preda .
Questo sgretolarsi delle forze che ci tenevano insieme non è passato inosservato ai critici dei social. Sanno chi sono i colpevoli, ma voi siete pronti a guardare in faccia chi e cosa vi ha fatto prigionieri?
Jeff Orlosky è un giovane regista americano, multipremiato, noto tra scienziati e attivisti per avere filmato lo scioglimento dei ghiacciai e lo sbiancamento dei coralli delle barriere (Chasing Ice e Chasing Coral). Netflix propone già da qualche anno il suo ultimo documentario ‘The Social Dilemma’ un atto di accusa contro i giganti delle tech e dei social attraverso le interviste a un numero di tecnici pentiti, di scienziati e di scrittori.
Come il comportamento della Cina e della Russia dimostra che l’aggressione espansionistica è solo una bomba pronta ad innescarsi da un momento all’altro, pericolosa anche per noi che viviamo ai bordi dei loro ‘imperi’, così dobbiamo accettare che dagli Stati Uniti la manipolazione, esercitata attraverso i social sulle abitudini della gente, è altrettanto letale.
Il documentario di Jeff Orlowsky é una finestra sul dietro le quinte dei sistemi di controllo. Ci fa confrontare con la realtà.
E ‘controllo’ è una parola che gira ricorrente, la puoi addebitare un po’ a tutti di questi tempi.
Già, perché controllo non è solo l’obiettivo di un partito comunista è anche quello dei CEO delle grandi piattaforme digitali. I cinesi hanno raggiunto l’addomesticamento umano con la distruzione di tutta la memoria filosofica, religiosa, culturale per istaurare l’ateismo di stato.
Gli americani hanno distrutto le culture e religioni originali, indebolito quelle importate, per istaurare l’ideologia del profitto meglio conosciuta come Capitalismo della Sorveglianza.
I lupi hanno bisogno di prede. Le prede siamo noi. Assolutamente ignari di come veniamo raggirati.
Alcune frasi del documentario .. ‘ Hanno più informazioni su di noi, di quello che avremmo mai immaginato nella storia umana’ – ‘Il loro obiettivo è cambiare quello che fai, quello che pensi di essere.’ – Cinquanta programmatori prendono decisioni che avranno un impatto su 2 miliardi di persone’ – ‘ Tu sei programmato a un livello così profondo che non te ne accorgi ’ – ‘L’algoritmo pensa con la sua testa’ – ‘Questi servizi stanno uccidendo persone .. spingendo gente ad uccidersi’.
Parliamo un momento di algoritmo che ci sembra abbia un ruolo relativamente innocuo.
Non è così.
L’algoritmo si crea, si nutre e si espande dentro un numero mostruoso di computer collegati tra loro da cavi spessi come cime di una nave. Google ne usa 900.000, stipati in corridoi senza fine, resi ‘irrequieti’ dall’energia che li attraversa saltando da macchina in macchina, da spia in spia, da bottone in bottone. Dentro i computer, come un genio umano scandaglia nella mente la prossima mossa di scacchi, l’algoritmo con la stessa finalità rovista tra milioni di informazioni caricate e sceglie la risposta migliore alla questione da risolvere. Il fatto è che l’algoritmo, a lungo andare, sviluppa una capacità di elaborazione autonoma (apprendimento automatico – machine learning in inglese) e va oltre le opzioni delle informazioni che sono state caricate.
Quando siete sui social penserete di avere un amico ‘stupido’ e rigido dall’altra parte, niente di più lontano dalla realtà.
Dall’altra parte c’è la testa di uno stratega programmato per annientare la vostra volontà e farvi eseguire, manipolandovi, la massima resa economica di voi come individuo/oggetto, sul mercato. Siete ‘scambiati’ come nell’antichità un negriero avrebbe venduto un indigeno, ingenuo africano, schiavo a un mercante arabo.
Ci vuole forse l’eco dei missili caduti non troppo lontano dalle nostre frontiere per capire quanto tempo abbiamo perso, quanto siamo stati sfruttati, quanto potere abbiamo lasciato agli psicopatici, quanta poca volontà ad essere veramente liberi, staccati dalle spine dei sistemi, abbiamo dimostrato.
Adesso diventeremo senz’altro liberi.. senza una casa perché distrutta da un missile, un governo sciolto e imprigionato, un esercito disfatto…All’orizzonte fa capolino il cittadino europeo molle, arreso, che non ha nè strategia nè capacità di reagire, che non sa mettere nel contesto quello che sta accadendo e nè si sente responsabilizzato a farlo. È la squadra degli influencers, dei palestrati con i tatuaggi, dei geni dei social.
Possiamo dormire tranquilli, tra due cuscini….